Al Salone dell'auto di Ginevra vanno in scena i timori sul business dell'elettrico
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AutoIn evidenza Mar 27 febbraio 2024

Al Salone dell'auto di Ginevra vanno in scena i timori sul business dell'elettrico

L'anno scorso l'entusiasmo green era alle stelle. Oggi c'è prudenza dopo il flop delle vendite. De Meo (Acea): "Indietro non si torna, ma dall'Ue piani industriali e non solo diktat e multe". Al Salone dell'auto di Ginevra vanno in scena i timori sul business dell'elettrico SALONE AUTO GINEVRA
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

La spina non accende il Salone Ginevra. Se lo scorso anno, nella inedita sede del Qatar, la rassegna elvetica si era caratterizzata per l’ ostentata celebrazione del “verbo green”, quest’anno le cose vanno un po’ diversamente. Dopo il deciso rallentamento verso il “tutto elettrico” di molte case europee, tra cui Volkswagen e Mercedes, dovuto alla carenza di richiesta da parte degli automobilisti, si ritorna infatti a fare i conti con il mercato.  E dunque ecco le dichiarazioni prudenti dei Ceo delle Case Ue e la  riapertura al tanto demonizzato motore endotermico.

Indietro non si torna, però….

A fare il punto sul sentiment dei manager delle grandi industrie automobilistiche  ci ha pensato il presidente dell’Acea e amministratore delegato della Renault, Luca de Meo che a Ginevra ha incontrato la stampa italiana. “Sarebbe un errore – ha detto il supermanager, – tornare sui nostri passi ed accantonare l’elettrico. In primo luogo per i maxi investimenti fatti in questi ultimi anni dall’industria, in secondo luogo perché il passato ci consegna una lezione importante, ovvero che il progresso non si può arrestare”. Detto questo, secondo il presidente dell’associazione costruttori, bisogna che Bruxelles cambi registro e comprenda le esigenze del mercato”.

Lo schiaffo alla Commissione Ue

“Però un conto è fare una strategia industriale – ha sottolineato De Meo mettendo nel mirino l’ambientalismo ideologico nell’Ue, – un altro è impilare delle regolamentazioni una sopra l’altra, dove alla fine ci danno delle date, delle scadenze, delle multe. Questa non è strategia. Una strategia è avere delle idee e condividerle. Le istituzioni, invece, dicono che nel 2035 non ci saranno più motori a combustione: in caso contrario, ti facciamo la multa”. Si capisce che De Meo ce l’ha con Frans Timmersmann, campione della svolta ecologista e quindi fuggito, a pochi mesi dal voto europeo, a fare il capo dell’opposizione in Olanda. 

“Una strategia è avere delle idee e condividerle – spiega De Meo.  –  Transizione ecologica, rivoluzione digitale. Il politico su certe questioni tanto rilevanti deve mettere la gente intorno al tavolo. Deve prendere me, Tavares, il capo di Total, il capo dell’autostrada e chiederci di accordarci su come raggiungere l’obiettivo”. “Se l’autorità pubblica ci dice che dobbiamo azzerare le emissioni, noi lo facciamo – tuona il numero uno di Renault, – ma almeno non ci dicano come farlo, lasciate la questione agli ingegneri e ai tecnici, saranno loro a trovare la soluzione”. La stoccata all’Ue è quindi legata ad un progetto di politica industriale  che “a Bruxelles manca”.

L’ipotesi di maxi alleanze

De Meo non nega che vi sia in atto una strategia che prevede una serie di accordi tra ex-nemici, ma nega decisamente le indiscrezioni su matrimoni tra big dell’automotive (come quello tra Renault, Stellantis e Volkswagen): “Sono trent’anni che si parla sempre delle stesse cose. Marchionne diceva che in futuro non sarebbero rimasti più di cinque o sei grandi gruppi.  Eppure, oggi ci sono più costruttori, molti di più, di quelli che c’erano vent’anni fa. Sei mesi fa ci dicevano che la Renault senza la Nissan sarebbe morta. Invece abbiamo registrato il miglior risultato in 125 anni dell’azienda”.

La scadenza del 2035

“Noi paghiamo l’energia tre volte gli americani e due volte i cinesi – avverte De Meo. -Se tu non hai energia competitiva, sei morto. Detto questo non siamo quelli che chiedono solo sovvenzioni. Gli incentivi possono aiutare nel breve periodo, ma a lungo termine non puoi campare di sovvenzioni. Però visto che l’Ue ci ha messo di fronte ad una scadenza ravvicinata è giusto che la vendita di auto elettriche venga sostenuta dai governi”.

” Ripeto, non dobbiamo rifiutare il progresso, perché noi nel frattempo abbiamo investito decine di miliardi e non vogliamo tornare indietro – conclude il presidente dei costruttori di auto, – e dunque ci prepariamo al 2035 quando verrà vietata la vendita di auto diesel e benzina. Ma bisogna prendere atto che a quella data l’elettrico non sarà il 100%. Sarà l’80, il 70, il 60 %. Non sarà ancora una tecnologia dominante”. Questo non significa contestare il 2035 ma prendere atto che senza strategie non ci si arriva”. Il voto europeo? “Non so chi vincerà. Per quanto ci riguarda speriamo nel pragmatismo. Stravolgere le decisioni sarebbe un grave errore, come pure non tenere conto della realtà di mercato”.

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