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AutoIn evidenza Ven 24 marzo 2023

L'auto elettrica pesa sui conti Ford: il rosso è di 3 miliardi di dollari

Tre miliardi di dollari: a tanto ammonta la perdita registrata da Ford nel 2022 nel comparto delle auto elettriche. L'auto elettrica pesa sui conti Ford: il rosso è di 3 miliardi di dollari
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Ford, l’auto elettrica affossa i conti

L’auto elettrica pesa sui conti di Ford. La casa automobilistica americana prevede infatti di raggiungere perdite per tre miliardi di dollari quest’ anno nel comparto EV (veicoli elettrici), un valore che andrebbe ad eguagliare le perdite accumulate nella divisione nel corso degli ultimi due anni (- 2,1 miliardi nel 2022, – 0,9 miliardi nel 2021). Le perdite in crescita sono da ricondurre all’aumento ingente degli investimenti in nuovi modelli e stabilimenti da parte della casa americana, che intende spendere 50 miliardi da qui al 2026 per sviluppare e costruire modelli elettrici, con l’obiettivo preposto di produrre 2 milioni di vetture all’ anno prima di allora.

Ford ha comunque confermato l’obiettivo di un margine operativo dell’ 8% sul comparto Ev per la fine del 2026. “Entro la fine dell’anno – ha dichiarato John Lawler, direttore finanziario dell’azienda – la divisione si avvicinerà al punto di breakeven se si escludono i costi di ricerca e sviluppo”.

La reazione degli analisti

Una dichiarazione quella di Ford salutata positivamente dagli analisti. ” Ford ha presentato una riorganizzazione dei suoi segmenti attuali che influenzerà la rendicontazione finanziaria – viene detto da Intermonte –  e con la scissione, la società sta creando una nuova divisione che ospiterà il business dei veicoli elettrici”. “La separazione del business dei veicoli elettrici fornirà maggiore trasparenza su questo segmento – spiega ancora la nota.  – La riorganizzazione evidenzia perdite ma anche la dimensione ancora contenuta del business (2,3% del totale). Le prospettive delineano una forte ambizione di Ford, con un run rate della capacità produttiva visto a 600.000 unità entro la fine del 2023, rispetto alle 96.000 unità nel 2022″.

“Tuttavia si conclude – Ford prevede perdite più ampie a -3 miliardi di dollari nel 2023. L’effetto di scala sarà visibile entro la fine del 2024, quando il settore dei veicoli elettrici sarà redditizio, mentre nel 2026 Ford prevede un margine Ebit dell’8% con 2 milioni di unità vendute. Questa prospettiva è ambiziosa, anche se il principale giocatore di veicoli elettrici Tesla ha venduto 1,3 milioni di unità realizzando un margine del 20% nel 2022“.

Impatto negativo ancora per qualche anno

Questo  impatto negativo dell’elettrico nei bilanci  delle case automobilistiche durerà ancora qualche anno. I report di Goldman Sachs e Morningstar disegnano un quadro non privo di ombre:  lo sviluppo delle auto elettriche richiede enormi spese, alle quali si aggiunge il costo per le forniture di batterie al litio, più alto ora a causa del rincaro delle commodity, mentre i bassi volumi di produzione non permettono per ora di realizzare economie di scala significative. Solo quando il mercato delle Bev avrà raggiunto un volume critico, i margini di profitto di questo segmento potrebbero stabilizzarsi su livelli superiori a quelli medi attuali del settore auto.

Sempre secondo un’analisi della Reuters che ha preso in considerazione i dati pubblici e le proiezioni rilasciate dalle aziende, le principali case automobilistiche mondiali hanno in programma di spendere quasi 1.200 miliardi di dollari fino al 2030 per lo sviluppo e la produzione di milioni di veicoli elettrici, insieme alla realizzazione di batterie, e con la relativa estrazione delle materie prime necessarie per sostenere tale produzione.

Il salvagente degli incentivi premia solo gli Usa

Di fronte a questo cambiamento shock dai motori tradizionali a quelli elettrici c’è chi ha una marcia in piu’. Le case automobilistiche americane (tra cui ovviamente Ford) possono disporre del pacchetto monstre da 369 miliardi varato da Joe Biden. E il Vecchio Continente? Mentre a Bruxelles si intona il de prufundis  alle auto a benzina e diesel, non è allo studio alcun grande piano europeo di sostegno del settore.

Unica reazione la protesta nei confronti di Washington, con l’accusa di concorrenza sleale. Il principale pomo della discordia è l’incentivo fino a 7.500 dollari concesso a chi acquista una nuova auto elettrica a patto che questa e i suoi componenti siano prodotti prevalentemente in Nord America. Un gioco difensivo, quello della Commissione Ue,  che appare miope e poco produttivo  vista poi  la testardaggine nel difendere il divieto di vendita di auto diesel e benzina dal 2035.

Chi guadagna con l’auto green

Praticamente tutte le case automobilistiche contano di raggiungere il profitto nel comparto Ev nel giro di due, cinque anni. Ma intanto ci sono i numeri attuali. E per capire quanto sia pesante l’impatto dell’auto elettrica è sufficiente vedere il guadagno delle case  per ogni auto a batterie.  Nella classifica stilata dall’università di Duisburg  a guidare la classifica è Tesla con  circa   9mila euro netti a macchina. La distanza rispetto alle concorrenti è ampia: la seconda in classifica, ovvero General Motors si ferma a poco più di 2.100 euro. Ancora in terreno positivo Toyota, Volkswagen e Hyundai, e la cinese Byd con un margine netto a poco più di 1.000 euro per auto elettrica. Ma c’è chi lavora a zero margini o in rosso ed è il caso della stessa  Ford, Mercedes, Audi e Bmw.

Completamente rovesciata la top ten delle auto diesel e benzina. A  guadagnare di più  sono i marchi Ferrari e Porsche (la forbice va da 25mila euro a 15). Seguono   Audi  (circa 4 mila euro),  Bmw e Mercedes.  Toyota si mette in tasca circa 1.800 euro  con a ruota Hyundai (poco più di 1.000) e un altro brand coreano, Kia. Chiudono  Nissan,  Stellantis,  Ford e  General Motors. 

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