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AperturaAuto Mer 27 settembre 2023

Pericolo cinese: Ford blocca la maxi-fabbrica di batterie

Lo stabilimento avrebbe realizzato accumulatori su licenza di Pechino. I repubblicani: "Un modo per aggirare le regole" Pericolo cinese: Ford blocca la maxi-fabbrica di batterie auto elettriche
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Ford blocca la maxi-fabbrica di batterie

Nuovo mattone del muro Usa contro l’invasione delle auto cinesi. Ford infatti ha deciso di sospendere la costruzione di un mega impianto di batterie per veicoli elettrici pianificato nel Michigan, basato su tecnologia di Pechino. La notizia arriva durante la seconda settimana di sciopero che coinvolge gli stabilimenti di Ford, Gm e Stellantis, ed il sindacato Uaw (United auto worker) parla di ” appena velata minaccia di Ford di tagliare i posti di lavoro”. In realtà, secondo molti osservatori, la decisione della Casa americana tiene conto delle forti critiche del mondo politico, nei confronti di una operazione di partnership che vede protagonista la Catl, il colosso delle batterie del Dragone (e più grande produttore di batterie del mondo), che i repubblicani accusano di avere legami col Partito comunista cinese.

Cavallo di Troia verso il mercato Usa

Lo stabilimento da 3,5 miliardi di dollari avrebbe previsto l’impiego  2.500 lavoratori, e grazie all’impianto  Ford sarebbe diventata la prima casa automobilistica a produrre batterie al litio, ferro e fosfato di nuova generazione sul suolo americano. Ma il Partito repubblicano ha da subito messo nel mirino l’operazione, denunciando il pericolo che il complesso possa diventare un Cavallo di Troia cinese con cui eludere i vincoli e gli obblighi  dall’Inflation Reduction Act, il maxi piano da 800 miliardi di dollari con cui il governo intende promuovere la svolta green. Un sostanzioso capitolo del piano è proprio dedicato all’auto con forti incentivi all’acquisto di veicoli elettrici, legati però al fatto che le vetture siano prodotte in America e con il 65% dei componenti made in Usa. Una legge che di fatto blocca l’invasione di auto cinesi che, grazie al monopolio delle terre rare e delle batterie unita ad una manodopera meno costosa, arrivano sul mercato a prezzi stracciati. E proprio per aggirare queste regole Catl avrebbe messo a disposizione di Ford la propria tecnologia.

Un esempio della forza del Dragone

Non sono solo le oltre 150 Case automobilistiche cinesi a far paura. I conglomerati del Dragone stanno assumendo proporzioni sempre più rilevanti. Ne è un esempio l’auto di Xiaomi, uno dei principali produttori mondiali di smartphone, che ha deciso di diversificare nelle quattroruote.  La data ufficiale del debutto non è stata ancora comunicata, ma secondo alcuni analisti potrebbe essere fissata per novembre, in concomitanza con il lancio del nuovo smartphone Xiaomi 14. La società in Cina è in partnership con la Gongjianpai auto technology, che ha appena presentato una roadster elettrica: la SC-01, che si presenta come l’anti-Porsche. Ora, che sia davvero migliore del blasonato marchio europeo è tutto da vedere, ma l’auto si presenta con forme da “super sportiva” e la Casa dichiara  che il suo impianto frenante è migliore di quello della Porsche 911. Tutto ciò non sarebbe un grande problema per la Casa tedesca, forte di una tradizione inattaccabile,   se non fosse che a listino l‘anti-Porsche verrà proposta  sotto i 40 mila euro.

 
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