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AperturaRisparmio Mer 27 settembre 2023

Da Eurovita un conto di 700 milioni per Cinven. E il numero uno dei servizi finanziari lascia

Il rosso del fondo inglese per il collasso della compagnia. Ricapitalizzare nel 2022 sarebbe costato molto meno Da Eurovita un conto di 700 milioni per Cinven. E il numero uno dei servizi finanziari lascia
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Eurovita, il conto per Cinven

Caspar Berendsen, partner del fondo Cinven a capo degli investimenti nei servizi finanziari, lascia il fondo inglese dopo 20 anni. Le motivazioni dell’uscita non sono note. Ma negli ambienti finanziari non è sfuggito come dipendesse da lui l’investimento del fondo in Eurovita. Oltre che partner del fondo e responsabile del settore finanziario, il manager è stato anche nel board della compagnia italiana fino al suo commissariamento, nel gennaio scorso.
 
Per il fondo britannico, uno dei colossi del settore del private equity, la compagnia italiana si è rivelata una voragine che ha inghiottito almeno 700 milioni di euro. E il conto potrebbe ancora aumentare. Senza contare il danno reputazionale. Tutto per non ricapitalizzare la compagnia come richiesto dall’Ivass. Un intervento che con molte meno risorse (tra 200 e 250 milioni, le cifre circolate nella seconda metà del 2022) avrebbe messo in sicurezza la compagnia. 

Il conto delle perdite

Con l’approvazione del bilancio del 2021, la controllante di Eurovita, Flavia Holdco, ha azzerato il valore di bilancio della partecipazione. Circa 400 milioni di perdita. A fine febbraio di quest’anno, su spinta dell’Ivass, ha iniettato nella compagnia già commissariata 100 milioni di euro a fondo perduto. Dal bilancio di Flavia HoldCo, appena pubblicato, si apprende che nell’ottobre del 2022 Cinven aveva cancellato un prestito per oltre 120 milioni di euro fatto a Eurovita. Nei giorni scorsi invece la stessa Cinven, tramite un veicolo dedicato, ha ricomprato dagli investitori i tre bond emessi da Eurovita.
 
Al 35% del nominale i due più vecchi, per un totale di 45 milioni. E al 25% del nominale quello da 115 milioni, sottoscritto ingrullente dal fondo sovrano di Singapore, Gic. Un salasso, per gli investitori. Ma senza il riacquisto i bond avrebbero avuto un valore pari a zero. Spesa totale: poco meno di 50 milioni. Comunicando l’offerta per il riacquisto, Cinven spiega che sta ancora trattando con la gestione commissariale con l’obiettivo di soddisfare tutti i creditori di Eurovita. Tradotto: il fondo non esclude altri esborsi.

Il prestito svalutato

A questo vanno aggiunti i 300 milioni di svalutazioni effettuate, secondo Bloomberg, dal pool di banche internazionali che aveva finanziato Cinven per l’acquisizione delle assicurazioni italiane. Si tratta delle linee in capo al veicolo Flavia Finco, che Cinven ha cercato di soddisfare piuttosto che ricapitalizzare la compagnia come richiesto da Ivass. Ma cercando fino all’ultimo un acquirente per Eurovita. Senza trovarlo, anche a causa del prezzo ritenuto troppo elevato dai vari operatori che si sono avvicinati al dossier. L’ultimo nel gennaio scorso, con la Solvency II della compagnia già nettamente al di sotto del minimo regolamentare per operare. E poco prima del commissariamento e del blocco dei riscatti.
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