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AutoIn evidenza Lun 18 marzo 2024

Rischio blackout: Utrecht stacca le centraline di ricarica delle auto

Troppe "spine" pubbliche per le vetture elettriche mandano in tilt la città olandese. L'idea è sospendere il servizio dalle 16 alle 21. A Londra polemica sulle ambulanze green Rischio blackout: Utrecht stacca le centraline di ricarica delle auto auto elettrica
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Ciò che gli esperti avevano previsto da tempo si sta puntualmente verificando: l’auto elettrica manda in tilt le città. Il perché è presto detto: la rete elettrica tradizionale, già al limite per consumi sempre più consistenti da parte di famiglie, esercizi commerciali ed imprese, non riesce a supportare le centinaia di centraline di ricarica delle vetture a spina. Da qui la previsione di una serie di blackout che rischierebbero di vanificare anche servizi essenziali come trasporti,  uffici pubblici, attività ospedaliere.

Utrecht pronti a staccare la spina

Che la rete elettrica non si sta sviluppando alla stessa velocità  dei consumi se ne sono accorti per primi i cittadini della città olandese di Utrecht. Dopo varie “emergenze elettriche” al limite del blackout le autorità cittadine hanno quindi deciso di passare alle maniere forti. Il Comune sta  valutando la possibilità di disattivare temporaneamente alcune stazioni di ricarica nelle ore di maggiore congestione. Qualora la situazione dovesse peggiorare, si potrebbe valutare anche una disattivazione totale  del servizio “a spina” per parte del giorno (tra le 16 e le 21). In attesa del provvedimento ufficiale da parte dei Comune si è comunque già passati ad erogare dalle stazioni di ricarica corrente a potenza più bassa, ma ciò significa che i tempi di ricarica si allungano rispetto al solito.

Auto elettriche fuori dal centro storico

Ma l’idea di staccare la spina è solo una delle azioni per scongiurare i blackout. In Comune, dai banchi dell’opposizione alla politica ambientalista che ha riempito la città di colonnine, c’è chi chiede  di bandire i mezzi elettrici dal centro città. Insomma un “finale” capovolto rispetto alla narrazione green che aveva previsto i centro città vietate alle inquinanti auto a motore endotermico.

Ambulanze elettriche, pazienti in tilt

Intanto in Inghilterra esplode la polemica dopo che il Servizio sanitario inglese ha deciso di introdurre le ambulanze elettriche sostituendo gradualmente quelle termiche, nell’ottica di un rinnovamento green. Gli stessi dipendenti del servizio sanitario hanno espresso la propria contrarietà legata al fatto che  i veicoli elettrici impiegano maggior tempo per ricaricarsi e non hanno un’ampia autonomia. In sostanza il timore è che i pazienti siano costretti ad aspettare a lungo prima di ricevere le cure necessarie. Ed in effetti i numeri fanno paura:  le ambulanze “a spina” impiegano 4 ore per ricaricarsi ed hanno una autonomia di soli  112 chilometri (quella ufficiale è di  160 chilometri ma nelle zone rurali i mezzi di soccorso coprono il doppio di quella distanza in un solo turno. Sarebbe quindi necessaria un’autonomia di almeno 300 chilometri ma al momento ciò non è possibile. Per contro una ambulanza con motore endotermico può percorrere fino ad 1.280 chilometri al giorno dopo una breve sosta per il rifornimento. La protesta di infermieri ed addetti alle ambulanze non stanno però smuovendo i manager del servizio sanitario. “Le nuove ambulanze elettriche stanno apportando benefic – viene detto in un comunicato, – e contribuiscono a garantire un risparmio operativo annuale di 59 milioni di sterline”. Chissà se di questo risparmio ne godranno i pazienti in attesa del soccorso.

 

 

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