Spunta Toyota come secondo produttore di auto in Italia- V&A
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AutoPrimo piano Mar 13 febbraio 2024

Spunta Toyota come secondo produttore di auto in Italia

Il ministro Urso ha ribadito che ci sono contatti con gruppi automobilistici. Le difficoltà di John Elkann. E dopo il viaggio di Meloni in Giappone crescono le voci su Tokyo Spunta Toyota come secondo produttore di auto in Italia TOYOTA LOGO
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

La seconda casa automobilistica a sbarcare in Italia potrebbe essere Toyota. Il ministro Urso proprio in queste ore ha ribadito che il governo è impegnato a trovare soluzioni alternative dopo che Stellantis, nei fatti (via Panda e 500, chiusura di Maserati, rinvio di Termoli)  ha mostrato chiaramente il proprio disinteresse per la tenuta industriale ed occupazionale dei propri stabilimenti in Italia. “Siamo in campo e abbiamo contatti, interlocuzioni, ormai da almeno otto o nove  mesi con alcune case automobilistiche che potrebbero, nei loro progetti di sviluppo internazionale che riguardano l’Europa, insediarsi anche in Italia – ha detto il ministro – Il nostro progetto sull’automotive è chiaro: riteniamo che per sostenere la nostra importante filiera dell’indotto, la vera nostra grande forza fatta da una pluralità di imprese, è necessario un mercato interno che produca almeno 1,3 milioni veicoli”.

“Questo è l’obiettivo che ci poniamo da qui a qualche anno per garantire nella transizione energetica verso l’elettrico che l’indotto possa sostenere i livelli produttivi e occupazionali – ha aggiunto Urso. – Accanto a Stellantis sarà necessario affiancare  un’altra casa automobilistica”. “Una volta l’Italia aveva due case automobilistiche, poi fu venduta l’Alfa Romeo – ha concluso – ma invece di vederla a un partner internazionale, l’allora sinistra al governo, che aveva anche la presidenza dell’Iri, preferì venderla al produttore locale, chiudendo il mercato. Noi invece vogliamo aprire il mercato”.

La vicenda Agnelli accelera la scelta

La vicenda legata all‘eredità degli Agnelli e dunque la situazione patrimoniale di John Elkann getta poi altre nubi sul futuro di Stellantis in Italia.  L’intero asset patrimoniale potrebbe essere ridiscusso, compresa la Exor (che con il suo 14% è il principale azionista della casa automobilistica ormai a trazione francese). Un ulteriore indebolimento della componente italiana porterebbe ad un disimpegno ancor più marcato verso il nostro Paese. Tutto ciò sembrerebbe dunque dare una ulteriore spinta allo sbarco del secondo produttore di auto che chiede il governo.

Il viaggio di Meloni in Giappone

Di fronte al braccio di ferro tra Case europee e cinesi l’ipotesi prevalente è sempre stata l’apertura verso un produttore occidentale. Ma ora si fanno strada altre ipotesi, Anche alla luce del recente viaggio del premier in Giappone. “Meloni, nella conferenza stampa seguita all’incontro con le autorità giapponesi – sottolinea ad esempio  Giuseppe Sabella, direttore centro studi Oikonova –  ha proprio detto che l’Italia è interessata a ogni forma di investimento che può produrre posti di lavoro e il governo è  particolarmente attento al campo dell’ automotive“. “Il premier ha detto chiaramente – aggiunge – che ne ha parlato  nell’incontro avuto con i vertici di alcune aziende giapponesi”..  In realtà Sabella, come altri osservatori, guarda maggiormente ad occidente. Ma l’ipotesi Toyota cresce.

Toyota, l’Europa e il nostro Paese

Lo sbarco di Toyota in Italia non è impossibile, anche perché proprio il marchio delle Tre ellissi – nonché la più grande casa automobilistica del mondo – ha di recente presentato un grande piano di sviluppo della produzione europea col quale introdurrà nel mercato Ue sei modelli elettrici entro il 2026 con l’obiettivo di raggiungere il 20% dei volumi di vendita. Per Toyota il 2023 in Europa si è chiuso con 1,17 milioni di unità (+8%) con una quota di elettrificazione pari al 71%, grazie a oltre 25 modelli ibridi, ibridi plug-in, elettrici e a idrogeno con i marchi Toyota, Lexus e Toyota Professional. La prospettiva è quella di raggiungere il 75% nel 2024 e di crescere ulteriormente nei volumi complessivi, grazie in particolare alla nuova C-HR, al restyling di Yaris e Yaris Cross. “In questa logica è chiaro che uno sbarco di  Toyota in non sarebbe solo commerciale ma potrebbe essere industriale. “Sarebbe un gran colpo” conclude Sabella. E una lezione all’arroganza di Stellantis.

 

 

 

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