Urso dopo la beffa Stellantis: "Voglio un altro costruttore di auto in Italia"
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AperturaAuto Lun 16 ottobre 2023

Urso dopo la beffa Stellantis: "Voglio un altro costruttore di auto in Italia"

Il ministro in attesa del piano da 1 milione di auto di Carlos Tavares. Pronte a sbarcare nel nostro Paese le cinesi Gm e Byd, ma pure Tesla. Per la ex-Fiat fronte caldo in anche in Usa Urso dopo la beffa Stellantis: "Voglio un altro costruttore di auto in Italia" Stellantis
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Il governo si augura che in Italia arrivi presto un secondo produttore automobilistico, che si affianchi a Stellantis nel costruire auto nel nostro territorio. Lo ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, di fronte ad una platea di giovani imprenditori. “Stiamo lavorando – ha detto – alla presenza di un altro produttore”. Urso ha anche espresso ottimismo sull’intesa con Stellantis nonostante l’annuncio beffa dell’azienda nell’incontro con i sindacati di settimana scorsa.

La Casa franco-italiana, sollecitata dal governo, in primavera aveva promesso di presentare un piano per tornare a produrre in Italia un milione di vetture (ora siamo a quota 400 mila auto). Pochi giorni fa era stato però spiegato ai rappresentanti dei lavoratori che nella cifra di un milione erano compresi anche i veicoli commerciali. Una dichiarazione che era suonata come una parziale  retromarcia del ceo Carlos Tavares sull’impegno in Italia che aveva fatto imbestialire la Cisl e lo stesso dicastero del Made in Italy. Sta di fatto che  Urso preferisce comunque tenere una porta aperta in attesa del piano. “Io sono convinto – ha detto il ministro, – che nelle prossime settimane riusciremo a dare un segno di inversione di tendenza e tornare a produrre veicoli nel nostro Paese, garantendo i siti produttivi anche nel settore automotive”. Ma intanto il governo spalanca le porte ad altre case automobilistiche.

Chi è pronto a sbarcare in Italia

Ma se un nuovo costruttore dovesse sbarcare in Italia, chi potrebbe essere? Le case cinesi sono le più quotate, specie adesso che si valuta a livello europeo di inasprire i dazi di importazione.  Mg e la Byd sono in cima alla lista.  La prima, passata dalla bandiera inglese alla proprietà di Saic Motors, da tempo non nasconde la volontà di aprire uno stabilimento produttivo in Europa.

Il marchio è ormai ben radicato in Italia, dove nel 2023 ha già venduto oltre 21.000 auto. Anche Byd, che ha appena aprto un grande punto vendita a Milano, ha nel mirino il nostro Paese. Ma in lista non ci sono solo le Case del Dragone. Anche la Tesla ha annunciato di voler aprire nei prossimi anni una nuova fabbrica in Europa. La casa americana produce già in Germania. Nei mesi scorsi si parlava di un accordo praticamente fatto con la Spagna, per aprire un nuovo sito vicino a Valencia. Le autorità valenciane però hanno negato l’accordo. Nel frattempo Elon Musk ha avuto incontri sia con Giorgia Meloni che con il presidente francese Emmanuel Macron. Si vedrà.

Lo sciopero negli Usa

Intanto per Stellantis r esta aperto il fronte Usa. E’ ormai  muro contro muro, infatti,  tra le tre “big di Detroit”, Stellantis, Ford, General Motors e il sindacato.  Con una mossa inattesa lo Uaw (United automobile workers) ha stabilito che anche i lavoratori del Kentucky Truck Plant della Ford a Louisville incrociano le braccia. Si tratta della fabbrica più grande e, soprattutto, più redditizia della casa automobilistica dell’Ovale. visto che  genera ben 25 miliardi di dollari di ricavi annuali. L’impianto è rifornito da altre 13 strutture della Ford e da numerosi fornitori e la sua chiusura interessa di fatto oltre 100 mila lavoratori diretti e indiretti.

Gran parte degli analisti e degli osservatori ritengono che questa mossa del sindacato sia anche un chiaro avvertimento lanciato a Stellantis e Gm, visto che le loro offerte di rinnovo del contratto sono più basse rispetto a quella della stessa Ford. La reazione dei vertici di Ford è stata comunque chiara: “L‘offerta di rinnovo non può essere migliorata perchè ha raggiunto il massimo limite possibile sul fronte economico”.

La Casa ha poi  lanciato pesanti accuse al sindacato, parlando di decisione “irresponsabile”.   Attualmente, sono 16.600 i dipendenti Ford in agitazione, a fronte dei 9.400 della GM e degli 8.000 di Stellantis. In questi mesi di sciopero  le tre Big di Detroit hanno però iniziato a far rimanere temporaneamente a casa  un sempre maggior numero di lavoratori: per la sola Ford sono 2.480 gli operai sospesi dal lavoro, ma il numero potrebbe salire a breve ad almeno 4.600.  Per GM sono circa 2.300 e per Stellantis 1.340.

Le richieste dei sindacati

I sindacati chiedono  aumenti salariali del 40% in quattro anni (le case sono disposte ad arrivare al 20%), così da poter adeguare gli stipendi sull’aumento dell’inflazione. E ancora aumenti delle pensioni e turni meno lunghi. Inoltre si chiede la reintegrazione di alcuni diritti persi durante gli anni della grande crisi delle industrie automobilistiche del 2007-2009, quando anche i sindacati fecero un passo indietro su alcune concessioni per permettere agli impianti di rimanere aperti. Oggi la situazione è cambiata. I guadagni delle case automobilistiche si sono aggirati attorno ai 21 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2023 e 250 miliardi di dollari negli ultimi dieci anni.

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