Banche, Sileoni (Fabi): contratto a rischio, pronti alla mobilitazione
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AperturaBanche Sab 21 ottobre 2023

Banche, Sileoni (Fabi): "Il contratto è a rischio, pronti alla mobilitazione"

Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, parlando del negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro Banche, Sileoni (Fabi): "Il contratto è a rischio, pronti alla mobilitazione" Lando Maria Sileoni
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

“C’è il rischio che il contratto nazionale non si faccia e che l’Abi sparisca. Due rischi che non vorrei mai si concretizzassero, anzi io mi auguro che anche Intesa rientri al più presto all’interno del Comitato sindacale Abi. Noi vogliamo rinnovare il contratto nazionale in tempi rapidissimi, altrimenti salta tutto, perché gli stipendi sono fermi da anni e l’inflazione logora il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Lo dice, in un’intervista a Milano Finanza, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, parlando del negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro che interessa 280.000 lavoratori delle banche, scaduto a fine 2022 e prorogato fino al prossimo dicembre.

“Deve essere chiaro – ha precisato Sileoni – che, se i tempi si allungano, mobiliteremo la categoria, anche con decisioni e iniziative che faranno scalpore. Non esiste solo lo sciopero, esistono altri modi per farsi sentire e per farsi rispettare che neanche le banche possono evitare. Forse le banche possono condizionare una parte della stampa, ma con i social non hanno alcuna speranza. E anche lì siamo una macchina da guerra”.

Il sindacato segnala di aver ricevuto finora sola “risposte evasive e negative rispetto alle nostre richieste e per nostre intendo quelle unitarie di tutti i sindacati. Nelle riunioni dell’Esecutivo Abi fin qui svolte, alcuni rappresentanti delle banche hanno eretto dei muri”. L’aumento di 435 euro e il ripristino pieno del Tfr sono la risposta che chiede la Fabi al contratto. Insieme al problema dei mutui ”fringe benefit” dei dipendenti penalizzati dai conguagli fiscali. “Se continua così non andremo da nessuna parte. E credo che il contratto, non per nostre responsabilità, non lo chiuderemo certamente entro il 31 dicembre e comunque non riesco a fare previsioni. La categoria, i 280mila bancari italiani, deve sapere che la trattativa non è mai partita realmente, non per responsabilità del sindacato”, ha concluso Sileoni.

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