MFE-Mediaset vola (+7%). Occhi su Vivendi
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In evidenzaMedia Mar 13 giugno 2023

MFE-Mediaset vola (+7%). Occhi su Vivendi

Gli investitori scommettono sul titolo MFE-Mediaset. Intanto a Parigi c'è attesa per conoscere il nuovo assetto di Finivest. Sullo sfondo Tim MFE-Mediaset vola (+7%). Occhi su Vivendi mediaset
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

MFE-Mediaset vola a Piazza Affari

Seconda seduta all’insegna degli acquisti per MFE-Mediaset. Il titolo B del gruppo di Cologno Monzese ha registrato un riazlo del 7% a 0,75 euro. Le azioni A sono schizzate del 13% a 0,56 euro.  Fra gli investitori continuano a tenere banco indiscrezioni sulle possibili mosse del socio francese Vivendi (-0,32%) dopo la morte del fondatore del Biscione, Silvio Berlusconi.

Positivo anche il bilancio di giornata di Prosieben, di cui il Biscione è primo azionista con quasi il 30% del capitale: il titolo della società tedesca è salito a Francoforte del 2%, così come Mondadori a Milano. Praticamente fermo invece il titolo Mediolanum, che ha chiuso sulla parità.

A Parigi c’è grande attesa per il testamento

La tattica del temporeggiatore non è nuova al finanziere bretone Vincent Bolloré. Finora il raider bretone, socio di Mediaset con una quota di circa il 25%, non ha ceduto nemmeno un’azione nonostante il patto di non belligeranza raggiunto tempo fa con la famiglia Berlusconi. A questo punto. Bolloré, che da sempre punta a mettere le mani su Mediaset, attende di conoscere il destino di Fininvest, cassaforte che controlla Mediaset, nonchè finanziaria finora saldamente (61%) nelle mani di Silvio Berlusconi.

In presenza di più eredi e senza un coniuge, la legge prevede che si possa disporre a proprio piacimento di una quota pari a un terzo del patrimonio. I restanti due terzi fanno parte invece nella cosiddetta quota di legittima. E cioè la quota che necessariamente deve essere distribuita fra gli eredi in parti uguali.

Se si prendesse in considerazione la sola quota di Fininvest, senza calcolare gli altri asset e si applicasse questo principio, agli eredi toccherebbe circa l’8% ognuno. Il risultato è che ognuno dei figli avrebbe il 15% di Fininvest. Fuori dal calcolo resterebbe la quota della legittima pari a poco più del 20%. Si tratta di una quota consistente che garantirà all’erede il controllo dell’impero della famiglia Berlusconi. Sempre che Berlusconi non abbia deciso diversamente. 

Una volta che sarà nota la destinazione delle quote, il banco di prova ci sarà con la prossima assemblea Fininvest, normalmente prevista per la fine di giugno. Salvo che non finisca per slittare. 

Sullo sfondo resta il dossier Tim

Se è vero che Tim non fa parte della galassia della famiglia Berlusconi, è altrettanto vero che la partita è legata a doppio filo con il futuro di Mediaset. Per Bolloré la rete di Tim è moeta di scambio per arrivare a mettere le mani su Mediaset ottenendo il via libera del governo di Giorgia Meloni.

Come testimonia il recente tentativo di Mfe di conquistare M6 in Francia o il caso Prosiebensat in Germania, difficilmente un imprenditore può conquistare una televisione se non c’è l’appoggio del governo nazionale. Di qui l’apertura di Vivendi sul caso Tim, Apertuta che ha però un prezzo ben diverso da quello contabile. Anche di qui lo stallo sulla partita della rete di Tim proprio ad opera del socio francese. 

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