Patrimonio culturale in bilancio per pareggiare il debito - V&A
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Commento Mar 14 febbraio 2023

Inseriamo il nostro patrimonio culturale in bilancio per pareggiare il debito

ll pareggio finanziario rappresenterebbe per l'azienda Italia una grande occasione per aumentare gli investimenti Inseriamo il nostro patrimonio culturale in bilancio per pareggiare il debito EMERGENZA CORONAVIRUS CORONA VIRUS COVID19 COVID 19 CRISI SETTORE TURISTICO TURISMO RIPERCUSSIONIALLARME IL PIAZZALE DEGLI UFFIZI VUOTO IL CORRIDOIO DEL MUSEO DEGLI UFFIZI SEMI DESERTO SEMI VUOTO
Riccardo Riccardi
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Riccardo Riccardi

“Nel mondo c’è tanta voglia di Italia”

“Nel mondo c’è tanta voglia di Italia e noi siamo pronti a rispondere a questa domanda”. La frase è di Giorgia Meloni in una intervista rilasciata a Fabio Tamburini. Al di là di specifiche polemiche politiche, che non ci appartengono, riteniamo significativa la locuzione del premier. Significativo l’impegno a rispondere ad una domanda per chiarire l’errata visione che si ha della nostra economia e dello stato di salute del Paese. Che non è l’anello debole dell’Unione per l’elevato debito pubblico. Bisogna sgombrare il campo “dal sentito dire” e dalla superficialità che rappresenta il bel Paese.

Questo è sostenuto da un sistema manifatturiero che trae la sua forza dalla diversificazione merceologica che lo mette al riparo da eventi ciclici. La grande Germania è in difficoltà per il settore auto, pilastro portante della produzione crucca. È vero il paese di Goethe ha un debito pubblico molto più basso del nostro, formatosi nel lungo più per cause politiche che economiche. Ma è compatibile. Gli interessi vengono regolarmente onorati. Si tace sul debito pubblico francese che alla fine dello scorso marzo ha superato di 300 miliardi di euro, per la prima volta in anni recenti, quello italiano.

Il debito pubblico francese

Su quello gallico, non pare si siano levate preoccupazioni da parte di istituzioni ed opinionisti, nonostante sia destinato a crescere ancora a seguito le spese autorizzate da Macron. Perché? Perché il rapporto debito/pil è meno gravoso di quello italiano ma soprattutto perché la situazione politica della Francia dà agli investitori una maggiore garanzia di stabilità. La ragione va ricercata nella legge elettorale che evita la precarietà degli esecutivi e nella lunga tradizione della grandeur abilmente esaltata da De Gaulle nel dopoguerra. Indipendentemente dal governo collaborazionista di Vichy. L’ottagono si sedette al tavolo dei vincitori. Nonostante questi fossero soprattutto gli anglo-americani. Noi siamo gli sconfitti.

Torniamo alla economia. Sul cui andamento finanziario pesano i voti delle agenzie di rating. Assegnati senza conoscere la realtà ma basandosi sul rapporto debito/pil che non può essere il dato esclusivamente preso in considerazione dai giovani analisti che decretano, nella ignoranza latina, i destini dei popoli. Ci si ferma al parametro citato. Il debito cresce causa gli interessi; nonostante da 25 anni il Paese sia in avanzo primario. Fenomeno che non ha riscontro in molti paesi dove c’è disavanzo o comunque un avanzo non stabile né paragonabile a quello, del quarto di secolo, italiano.

Il grande patrimonio culturale

Inutile rispondere con polemiche. Tante, numerose, in malafede, girano per le nostre strade. Fanno male all’Italia perché speciose e prive di contenuto. Cassa di risonanza interessata altresì allo interno della CE divisa per troppi interessi contrastanti. Manca colpevolmente un formale atto costitutivo, base di una vera unione giuridica. Affermare ingenuamente che il debito vada drasticamente ridotto, senza spiegare come, è impossibile ed ingannevole. Anche se, va detto che negli ultimi tempi non è salito nonostante le ricorrenti crisi economiche. Sul debito bisogna pacatamente ragionare, sine ira et studio. Abbiamo un grande patrimonio culturale che, erroneamente, viene considerato un costo perché sarebbe improduttivo.

Non è vero, anzi è falso che con la cultura non si mangi. Questa è anche fonte di richiamo di tanti turisti stranieri. Ritornando al debito è necessario che su questo si ponga massima attenzione, senza dare retta a sirene portatrice esclusivamente di tasse. Che vanno pagate, oltre a cercare di debellare l’evasione. Poniamo un quesito. I tanti beni culturali rappresentano una ricchezza inestimabile. Fuori però dal bilancio dello Stato. E se questa ricchezza rappresentasse, bilancisticamente parlando, la somma di crediti a fronte dei debiti? Il pareggio finanziario rappresenta per le aziende grande capacità di credito…

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