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FinanzaIn evidenza Ven 03 febbraio 2023

Messina (Intesa): "Per noi 2022 miglior anno di sempre. La Russia è alle spalle"

Per l'ad di Intesa a marzo arriveranno nuove indicazioni sugli utili del 2023. E stoppa un possibile intervento su Mps Messina (Intesa): "Per noi 2022 miglior anno di sempre. La Russia è alle spalle" Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Per Intesa Sanpaolo il miglior anno di sempre

“Si chiude un anno particolarmente complesso, ma anche quello con il miglior bilancio di sempre sia considerando la Russia sia non considerandola”. Lo ha detto il numero uno di Intesa Sanpaolo Carlo Messina durante l’incontro di presentazione del bilancio 2022 che ha registrato un utile netto contabile di 4,35 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto al 2021. L’utile è stato intaccato da 1,4 miliardi di euro di accontamenti legati alla Russia, ma nel secondo semestre 2022 l’esposizione verso il paese dell’istituto è stata ridotta del 68% ed è scesa sotto lo 0,3% dei crediti. “La nostra esposizione verso la Russia è molto importante e solo con l’uscita è possibile contenere il rischio. Strategie diverse sono senza successo e noi stiamo facendo di tutto per ridurre il rischio a zero” ha ricordato.

Per quanto riguarda il 2023, invece, il manager ha detto che “c’è la possibilità di navigare bene anche dopo gli interventi delle banche centrali. Abbiamo prospettive positive, con il Pil in crescita, e se il gas scende ancora ci sarà un’ulteriore accelerazione del Pil. La visione della banca è ottima, con prospettive reddituali molto elevate anche se sugli obiettivi da raggiungere è meglio essere cauti”.

A marzo indicazioni su outlook 2023

Sulla flessione del titolo in Borsa dopo i conti 2022, l’ad ha sottolineato che “se guardiamo all’andamento nell’ultima settimana è stato positivo, le reazioni che abbiamo visto oggi sono di chi va short, di chi opera nel breve periodo”. In questo momento “banche come noi non fanno sognare gli investitori con indicazioni sull’outlook futuro. Io ho dato una previsione di utili 2023 a 5,5 miliardi di euro, non a 6 miliardi come si aspettavano alcuni, ma per farlo andava cambiato il piano d’impresa. Abbiamo un upside fortissimo dai tassi, ma per rivedere i numeri aspetto di capire quale sarà la politica finale della Bce perché ancora oggi abbiamo una situazione in cui a ogni riunione ci danno novità”. “A marzo vedremo in base ai numeri veri e faremo tutti i calcoli. E avremo anche più chiara la strategia della Bce del futuro’.

Banca già grande, non può fare nuove aggregazioni

Sul fronte Mps, l’ad si è chiamato fuori dalla privatizzazione. “Non so nulla di progetti di poli attorno a Mps, ma più operatori di peso specifico, di grandi dimensioni, ci sono nel nostro Paese meglio è per il sistema economico. Se c’è un progetto per rafforzare alcuni operatori del sistema ne sono contento. Noi abbiamo un peso specifico nel paese che è inattaccabile e abbiamo già una tale quota di mercato che non possiamo più fare aggregazioni”.

Già con l’acquisizione di Ubi Banca “abbiamo avuto complessità con l’Antitrust che ci ha portato a vendere una quota importante di attività”. A chi gli chiedeva ancora che cosa risponderebbe se qualcuno venisse a bussare alla sua porta chiedendogli di partecipare a un’operazione su Mps, Messina ha quindi ribadito: “Risponderei che siamo troppo grandi per poter effettuare operazioni di aggregazione, quindi è molto difficile che qualcuno possa bussare alla nostra porta e se bussano io apro per cortesia ma poi la richiudo”.

Debito pubblico elevato, ma sostenibile

Per quanto riguarda il governo, Messina si è detto “positivo sulla politica di bilancio perché non è stato aumentato il debito pubblico, un elemento fondamentale per la Bce da cui il nostro paese ha una forte dipendenza”.  Pur riconoscendo il livello elevato del debito pubblico, Messina lo ritiene “sostenibile” anche grazie a un approccio molto saggio adottato dal governo che continua sulla strada tracciata dal predecessore. “Anche per questo gli investitori continuano a guardare positivamente all’Italia. Intesa Sanpaolo è il secondo creditore dello Stato, dopo la Bce, e per questo mi aspetto che questo rigore venga mantenuto perché siamo un punto di riferimento assoluto” per il Paese.

Accelerare sugli investimenti e sull’occupazione

L’ad poi si augura che l’esecutivo “acceleri sugli investimenti perché così si crea occupazione e Pil. I fondamentali del paese sono forti e grazie alla messa a terra del Pnrr nel 2024 è prevista una crescita dell’1,4%”. I nostri due punti di forza sono “le imprese migliori d’Europa, che neanche la Germania ha, e i risparmi delle famiglie che sono le meno indebitate d’Europa. Purtroppo molte famiglie impattate dalla crisi, ma rimane che sono un punto di forza assoluto”.

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