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Contrappunto Mar 21 marzo 2023

Con lo spettro di una crisi serve una sana dialettica tra governo e opposizione

Con il pericolo di una crisi finanziaria alle porte in Italia serve una sana competizione tra governo e opposizione, senza piazze agitate Con lo spettro di una crisi serve una sana dialettica tra governo e opposizione Giorgia Meloni
Riccardo Riccardi
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Riccardo Riccardi

I pericoli che si corrono senza fiducia

Il pericolo maggiore che corre il sistema bancario-finanziario si avverte quando viene meno la fiducia. Questa mancante crea il panico. Preludio della fine. Che non avviene improvvisamente o per caso. La gestazione è lunga ed è il frutto di una criminale incompetenza speculativa. Fare tanti soldi e subito. Il rischio è la variabile indipendente non avvertita o comunque celata.

La colpa di un default ricade sul management responsabile. Spesso vittima dei fumi della droga che è come il gas. Uccide senza percepirne l’odore. La crisi di una (o più) banca americana e di quella elvetica hanno fatto temere un effetto domino che probabilmente non si verificherà. Le banche europee ed italiane inspecie sono ora ben strutturate dal lato patrimoniale-finanziario. Sono soggette a regolamentazioni stringenti, anche se talvolta burocraticamente ottuse.

La Bce spenga i microfoni

Nel nostro Continente la Bce, causa una inflazione da costi e non da surriscaldamento economico, ha inasprito con una violenta sterzata il costo del denaro. Fino a qualche settimana fa venduto sotto lo zero. Lo abbiamo più volte dichiarato e non ci stancheremo, senza essere stucchevoli, ripeterlo. Quando si umilia il risparmio inizia il “déluge”. La tempesta. Le voci si sono intensificate in questi giorni. Colpire le rendite finanziarie. Quali? Se queste derivano da operazioni speculative d’accordo. Ma qui non si tratta di risparmio.

Quello vero, solennemente “garantito e tutelato” nell’articolo 47 della Costituzione è il risultato di un comportamento individuale. Da formica non da cicala. Il risparmio costituisce la spina dorsale che sorregge il corpo dello Stato; identifica la saggezza di un popolo che, pur aperto ad ogni novità informatica, ha nel suo dna la filosofia contadina del fieno in cascina. Per diversi anni l’accumulo è stato sfregiato. Le ferite per guarire hanno bisogno di tempo. L’aumento improvviso dei tassi di interesse non genera maggiore tutela. Produce perdite laddove i portafogli sono pieni di bonds a tassi vicino allo zero. Che non rendono, subiscono l’inflazione e, ridotto il loro valore di mercato, creano perdite in caso di vendite. Magari necessarie.

La Svizzera ha celermente agito con l’incorporazione del Credit Suisse in UBS. Washington ha garantito ai risparmiatori la tutela dei loro depositi. La BCE, si spera, spenga i microfoni. L’economia non si regge con i proclami che bloccano investimenti bisognosi di debito. L’Italia ha il record dello indebitamento pubblico e della alta consistenza del risparmio privato. Da anni, prima del pagamento degli interessi, è in avanzo primario. La coperta però è corta. Pandemia e guerra hanno calato l’asso.

Cosa serve all’Italia oggi

Dopo anni il paese ha un governo politico decretato dagli elettori. Alla opposizione la minoranza. La democrazia, secondo Churchill è la “peggior forma di governo eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate …”, ha bisogno che nell’agone politico si confrontino, anche passionalmente, maggioranza ed opposizione. Purché si evitino i no a prescindere. Che fanno più male delle cattive determinazioni. Il momento geo-politico è preoccupante.

Se ne rendano conto coloro che, chiamando a raccolta le piazze, gettano benzina, costosa, sul fuoco. Democrazia significa competizione. Questa è leale se c’è il rispetto e non la volgarità, anche televisiva, poco degna di un popolo che sa risparmiare. Anche quando, paradossalmente, è difficile legare il pranzo con la cena. La fiducia lenisce il dolore del sacrificio che va affrontato per sconfiggerlo, non per subirlo.

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