Il corteo della pace si trasforma in un'accozzaglia politica
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ApprofondimentiCronaca Sab 05 novembre 2022

Il corteo della pace si trasforma in un'accozzaglia politica

Un lungo corteo della pace ha marciato a Roma e a Milano per protestare contro il conflitto in Ucraina. Tanti i politici. Il corteo della pace si trasforma in un'accozzaglia politica Il lungo corteo colorato che ha marciato oggi a Roma per protestare contro il conflitto in Ucraina.
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

La manifestazione della pace a Roma e Milano

Un lungo corteo colorato ha marciato a Roma per protestare contro il conflitto in Ucraina. Il serpentone di persone si è radunato nella tarda mattinata in una piazza della Repubblica gremita di bandiere arcobaleno, striscioni, simboli di pace e delle 600 associazioni che hanno partecipato alla marcia. In testa al corteo, che ha sfilato fino a piazza San Giovanni – passando per via Cavour, piazza dell’Esquilino, piazza di Santa Maria Maggiore e via Merulana -, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che hanno accompagnato la marcia tenendo in mano lo striscione della Rete italiana Pace e Disarmo. La manifestazione, organizzata per chiedere un negoziato per la pace è stata indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, l’Arci, l’Acli, l’Anp, insieme alla comunità di Sant’Egidio, l’associazione Libera, Emergency, Sbilanciamoci e l’Aoi.

Il palco a Roma

Un grande palco allestito con palloncini bianchi e rossi ha accolto i manifestanti all’arrivo del corteo. E da qui si sono alternati gli interventi delle istituzioni e dei rappresentanti di diverse organizzazioni. Ridurre la spesa militare in favore di investimenti per la povertà, la transizione ecologica e il lavoro dignitoso, garantire una sicurezza condivisa, che “non arriva dalle armi che causano solo sofferenza alle popolazioni”: sono state queste alcune delle richieste che si sono levate dal palco. Al corteo, secondo gli organizzatori, hanno partecipato 100 mila persone, 45mila per la Questura.

Si sono fatti notare il segretario del Partito democratico Enrico Letta e il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, grande sostenitore della manifestazione. “Oggi non ci sono bandiere politiche ma cittadini che sfilano, che dicono al governo italiano e non solo che siamo stanchi di questa strategia che prevede solo l’escalation militare, vogliamo un negoziato di pace, faticoso da costruire ma dobbiamo farcela e si leva forte questo grido dalla maggioranza silenziosa del Paese”, ha detto Conte. Ma non ha perso occasione per rintuzzare il governo. “Il governo non si azzardi a inviare armi senza un confronto”, ha affermato il leader dei grillini.

“Com’era prevedile Conte strumentalizza la manifestazione per la pace in corso a Roma e la trasforma in una iniziativa politica contro l’invio delle armi a sostegno della resistenza ucraina”, lo ha criticato la presidente dei senatori di Azione-Italia Viva Raffaella Paita. A stretto giro gli ha risposto pure il ministro della Difesa Guido Crosetto: “Conte può stare sereno, il Ministero, non il Ministro seguirà le leggi come ha sempre fatto dalla sua istituzione in età Repubblicana”. Conte ha stretto anche la mano a Landini sotto il palco di piazza San Giovanni. Una piccola contestazione ha accolto, invece, il segretario del Pd Enrico Letta, che è stato accusato di essere un “guerrafondaio”. 

Il corteo a Milano

A Milano, invece, non ci sono bandiere della pace ma tanti vessilli dell’Ucraina e dell’Unione europea e tanti striscioni “contro l’aggressione russa” e a favore delle sanzioni europee. Sono circa un migliaio le persone che stanno partecipando alla manifestazione organizzata dal Terzo polo all’Arco della pace di Milano a sostegno della “resistenza” di Kiev. Tanti gli esponenti di Azione e Italia Viva, come Mara Carfagna, Elena Bonetti, Mariastella Gelmini, Matteo Richetti, Lisa Noja e ovviamente Carlo Calenda e Matteo Renzi, i promotori del corteo meneghino. Diversi rappresentanti anche del Pd come il capogruppo a Palazzo Marino Filippo Barberis, l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, il senatore Alessandro Alfieri, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori intervenuto in collegamento, la consigliera regionale lombarda Carmela Rozza e l’ormai ex dem (passato adesso in Azione) Carmine Pacente.

Presenti anche Marco Cappato e Letizia Moratti che ha salutato nel retropalco l’economista e senatore dem Carlo Cottarelli, un ‘assaggio’ del ticket prospettato ieri da Calenda per le regionali in Lombardia. “Ma non vogliamo politicizzare la piazza”, hanno scandito gli organizzatori della manifestazione mentre la folla ripeteva “Slava Ukraini”.

Ma poi nemmeno Calenda ha perso occasione per fare campagna elettorale. “Bello che ci sia Letizia Moratti in piazza, non è un monopolio della sinistra”, ha detto. E Moratti ha risposto: “Ho scelto di essere qua perchè ci sono momenti in cui bisogna decidere da che parte stare e chi sostenere”. Moratti ha salutato poi calorosamente Mariastella Gelmini e ha abbracciato Mara Carfagna, prima di fermarsi a parlare con Calenda. 

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