Pfizer nei guai in Italia, accertamenti sui conti per 1,7 miliardi
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CronacaPrimo piano Ven 28 ottobre 2022

Pfizer nei guai in Italia, accertamenti sui conti per 1,7 miliardi

Il colosso farmaceutico Pfizer, oggetto di accertamenti da parte della Guardia di finanza per valutare eventuali comportamenti elusivi. Pfizer nei guai in Italia, accertamenti sui conti per 1,7 miliardi Una fiala di vaccino Pfizer
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

L’indagine su Pfizer

Nel luglio del 2021, in piena emergenza Covid, mezzo miliardo di euro è uscita da Pfizer Italia e ha preso la via del Lussemburgo, con modalità che potrebbero aver abbattuto il carico fiscale della società. Operazione che potrebbe far salire fino a 1,7 miliardi il conto degli utili trasferiti all’estero dalla divisone italiana colosso farmaceutico Pfizer, oggetto di accertamenti da parte della Guardia di finanza per valutare eventuali comportamenti elusivi. L’indagine è ancora in corso e al momento, spiegano fonti investigative, nulla è stato contestato all’azienda.

Gli accertamenti, avviati il 22 febbraio del 2022, sono al momento relativi al periodo dal 2017 al 2019, come rivelato da Bloomberg. Ma le operazioni contestate sono proseguite con la stessa modalità anche nell’esercizio 2021 di Pfizer Italia, capogruppo delle attività in Italia. Nel luglio del 2021 infatti la controllata ha abbattuto il capitale per un ulteriore mezzo miliardo, trasferendo il corrispettivo alla controllante lussemburghese, Pfizer Holding International Luxemburg (Phil).

Questo mezzo miliardo andrebbe ad aggiungersi agli 1,17 miliardi trasferiti dall’Italia all’estero seguendo il medesimo schema: accumulare gli utili realizzati a capitale e in seguito trasferire il capitale in eccesso alla controllante diretta all’estero. Dalla società lussemburghese i fondi venivano poi trasferiti ad altre subholding, questa volta in Olanda, fino ad arrivare a due società in Usa, la Pfizer Production Llc e Pfizer Manufacturing Llc, entrambe con sede nel Delaware.

Le operazioni

Pfizer Italia ha assorbito nel 2020 la Pfizer Italy Group Holding, fino ad allora capofila delle attività italiane. Da questa società, sottoforma di trasferimenti di capitale alla controllante, sono usciti verso le società estere di Pfizer 891 milioni di euro tra il 2017 e il 2019: 312 milioni nel 2018 e 579 milioni nell’esercizio successivo. Altri 226 milioni prendono la via dell’estero tramite una complessa ristrutturazione societaria.

Secondo la ricostruzione della Guardia di finanza, le operazioni di riduzione del capitale con rimborso alla controllante sarebbero un escamotage utilizzato per trasferire i profitti realizzati in Italia evitando di pagare l’imposta sui dividendi. La verifica amministrativa in corso rientra in una serie di controlli avviati dalle Fiamme gialle sui grandi gruppi e se le ipotesi verranno confermate può portare a una accertamento dell’Agenzia delle Entrate e anche, se del caso, a una segnalazione alla procura. Questo tipo di operazioni, secondo quanto ricostruito, è piuttosto comune e non è di per sé illecito, se nel trasferimento dei fondi si è ricostruita e pagata l’aliquota prevista nelle annualità nelle quali si è formata.

La replica del gruppo

Pfizer nega comportamenti scorretti e spiega che «la società stra offrendo il massimo della collaborazione», aggiungendo che il gruppo ha «rispettato tutte le norme fiscali e le leggi italiane». A rendere particolarmente complessa la ricostruzione sono proprio le numerose operazioni effettuate dal gruppo in Italia e all’estero sulle partecipazioni in Italia. Nel 2019, ad esempio, una quota dell’80% della Pfizer Italy Holding passa di mano tra due società lussemburghesi: la Pfizer Luxemberg «gira» le quote alla Phil a titolo di rimborso del premio sulle azioni, generando una plusvalenza di 389 milioni di euro.

I proventi del vaccino Covid -denominato Comirnaty – non sono però in capo alla società italiana. I contratti sono stati stipulati direttamente dalla capogruppo americana, Pfizer Inc, con la Ue e con l’Italia. Pfizer Italia agisce come rappresentante per l’Italia del vaccino dal punto di vista regolatorio mentre dal punto di vista commerciale è solamente la delegata di Pfizer Inc. per i rapporti con le autorità italiane, la registrazione degli ordini e il costumer service.

In Italia, nello stabilimento di Ascoli, viene prodotto invece il farmaco anticovid, il Paxlovid. Il sito marchigiano è stato scelto con quelli di Ringaskiddy e Newbridge, in Irlanda, e Friburgo in Germania, come uno dei quattro siti di produzione e confezionamento a livello globale del farmaco antivirale orale anti-Covid-19 Paxlovid. In particolare, il sito marchigiano, una volta ricevuto il principio attivo, si occupa del processo di produzione e confezionamento delle compresse, per poi distribuire il trattamento in tutta Europa.

Il precedente di kering

Le tecniche di elusione o evasione fiscale sono già state contestate a grandi gruppi. Il caso più clamoroso è quello di Kering, la multinazionale del lusso. Una complessa indagine internazionale ha ricostruito come il gruppo avesse accentrato su una società svizzera – dove pagava tasse più basse – una serie di attività del gruppo in realtà svolte in altri paesi europei, tra i quali l’Italia. L’indagine della procura di Milano ha portato al pagamento di una sanzione di 1,25 miliardi di euro alle autorità italiane.

Tra Italia e Lussemburgo, una pratica comune era nel decennio passato quella di far figurare un prestito dalla holding granducale alla società operativa italiana, sulla quale quest’ultima pagava un interesse (non tassato) utilizzando parte degli utili invece di pagare un dividendo ed evitando così l’aliquota prevista.

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