L'Ue chiude un occhio per Siemens, ma frigna ancora su Ita
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AperturaCronaca Mar 14 novembre 2023

L'Ue chiude un occhio per il salvataggio di Siemens, ma frigna ancora su Ita

L'altro giorno il governo tedesco è intervenuto per salvare Siemens Energy, le turbine eoliche del gigante Siemens. L'Ue chiude un occhio per il salvataggio di Siemens, ma frigna ancora su Ita
Redazione Verità&Affari
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Due pesi, due misure. Lo scorso marzo la Commissione europea aveva bacchettato l’Italia per il prestito ponte da 400 milioni, concesso ad Alitalia, nel 2019, per tenere i motori accesi. “Sono aiuti di Stato”, avevano sentenziato gli euroburocrati. Che l’ex compagnia di bandiera dovrebbe, nei limiti della liquidazione, restituire alle casse pubbliche. L’altro giorno il governo tedesco è intervenuto per salvare Siemens Energy, le turbine eoliche del gigante Siemens, affossata dal precipizio del green e schiacciata da un macigno di 15 miliardi. Al momento, a quanto risulta, dalla Commissione europea non sembra si sia mosso nemmeno un sopracciglio per mettere in dubbio l’operazione di salvataggio.

Mentre di rumoreggiamenti da Bruxelles ne sono arrivati, eccome, per la vendita di Ita Airways a Lufthansa. Un balletto, che ha posticipato di mese in mese la data del matrimonio, rendendo anche difficile pianificare le attività del vettore tricolore. Ora si parla di inizio 2024 per la conclusione della cessione. Ma il placet definitivo da parte della Commissione è atteso entro questo mese. L’Ue potrebbe chiedere a Lufthansa di rinunciare ad alcune rotte intercontinentali, complicando, però, il delineato piano industriale.

Certo, i tedeschi sono forti dei 10,3 miliardi di euro di ricavi registrati con il terzo trimestre, per un utile di 1,2 miliardi. Non se la passa male nemmeno Ita, che nella semestrale tagliava il traguardo del miliardo, anche se i conti rimanevano in rosso per 152 milioni.

Ma, intanto, come abbiamo detto, Berlino ha messo sul piatto miliardi di euro in garanzie per salvare la divisione green di Siemens. Della prima tranche di finanziamento di 10 miliardi, necessaria per dare ossigeno alla società, lo Stato tedesco coprirà l’80%, mentre per il restante 20% toccherà farlo alle banche amiche.

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