Stoccaggi del gas, la situazione in Italia: perchè non siamo al sicuro
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ApprofondimentiCronaca Gio 29 settembre 2022

Gli stoccaggi del gas sono al 90%, ma l’Italia non è ancora al sicuro

L’Italia ha raggiunto il 90% degli stoccaggi di gas per l’inverno alle porte, ma non può dirsi al sicuro senza i rigassificatori. Gli stoccaggi del gas sono al 90%, ma l’Italia non è ancora al sicuro
Redazione Verità&Affari
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Gli stoccaggi di gas in Italia

L’Italia ha raggiunto l’obiettivo del 90% degli stoccaggi di gas per l’inverno alle porte, ma non può dirsi al sicuro senza i rigassificatori. Dopo l’annuncio dato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, il tema è riemerso ieri nel corso della prima giornata dell’Italian Energy Summit del Sole 24Ore. L’Eni pensa di poter essere indipendente dal gas russo entro l’inverno 2024-2025, ma per riuscirci serviranno più rigassificatori, ha ribadito l’ad Claudio Descalzi.

L’obiettivo può essere raggiunto grazie al ricorso delle forniture, oltre che da Algeria e Nord Europa anche da Egitto, Nigeria, Congo, Mozambico, Qatar, Indonesia. «Tutti questi capitoli nuovi porteranno un contributo che nell’inverno 2024-2025 ci porteranno a essere indipendenti dalla Russia», ha precisato Descalzi, ma «servono rigassificatori» perché quelli che abbiamo «sono saturi». La diversificazione geografica, pertanto, deve essere accompagnata da una diversificazione infrastrutturale.

Obiettivo raggiunto

«Ci troviamo in una condizione buona a livello di stoccaggio, siamo molto avanti rispetto all’obiettivo del 90%. Questo ci dà spazio per fare un passo in più» verso il 93% indicato dal governo, ha detto il Ceo di Snam, Stefano Venier, riportando l’attenzione sul nodo più scottante, Piombino. Nel porto della cittadina toscana è stato pianificato che il gruppo piazzi una delle due navi rigassificatore, la Golar Tundra, da 5 miliardi di metri cubi all’anno, nei primi mesi del 2023. L’altra, la BW Singapore, è stato stabilito verrà messa a largo di Ravenna per il terzo trimestre del 2024.

Il rigassificatore di Piombino

«Abbiamo la scadenza del 30 ottobre per il via libera e non ho motivo in questo momento che non si possa chiudere positivamente», è l’auspicio di Venier, visto che sul progetto c’è il veto del Comune. «Poi – ha aggiunto – avremo per Piombino sei mesi di intenso lavoro per rendere il rigassificatore disponibile per la prossima estate». «Questa crisi ci deve aiutare a capire la logica con cui interpretare il concetto di sicurezza», ha sottolineato il manager, «abbiamo capito che la sicurezza energetica non è solo una sicurezza rispetto alle fonti ma è anche infrastrutture» e «in questo concetto si inseriscono i rigassificatori».

Il tema è stato sollevato pure dal presidente di Iren, Luca Dal Fabbro. «Per Iren la sostenibilità è fondamentale e rinnoviamo il nostro impegno sul fronte delle fonti rinnovabili, ma questo non vuol dire che non bisogna costruire i rigassificatori», è il messaggio di Dal Fabbro, «noi, ad esempio, stiamo sviluppando, con un primario player, un rigassificatore a Gioia Tauro e sarà il più grande in Italia». E anche una multiutility come A2A, in uno scenario così complesso, sceglie di puntare sul gas liquefatto. «Ci stiamo attrezzando per acquistare il Gnl», ha detto l’ad Renato Mazzoncini, perché «il tema dell’energia è centrale nello scenario geopolitico. Ci stiamo attrezzando ma avremo un inverno molto complicato mentre quello successivo vediamo una discreta autonomia energetica».

Lavoro da fare

«La campagna per gli stoccaggi di questa estate ha visto interventi combinati del governo e del regolatore e ci ha visto raggiungere gli obiettivi che erano stati indicati. Iniziare l’inverno con questi livelli di stoccaggio è già positivo ma questo non è un lavoro concluso», ha evidenziato il presidente di Arera, Stefano Besseghini, sottolineando che «è importante avere un piano chiaro di intervento come sistema nel momento in cui la situazione dovesse evolvere verso una situazione più complessa di quella che vediamo oggi».

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