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ApprofondimentiEconomia Mar 24 ottobre 2023

Ex Ilva, scontro Invitalia-Morselli sulla mancanza di informazioni e la richiesta di nuovi soldi

L’ad Mattarella dà l’ultimatum ai vertici: mancano i dati sulla produzione di acciaio, il fabbisogno di cassa e i pagamenti dei fornitori. Ex Ilva, scontro Invitalia-Morselli sulla mancanza di informazioni e la richiesta di nuovi soldi
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

«La comunicazione di Acciaierie d’Italia Holding (Adih), […] dimostra purtroppo, per l’ennesima volta, il grave difetto di disponibilità e collaborazione nei confronti della nostra società e la ancor più grave mancata conformità alle pattuizioni contrattuali». Inizia così, senza giri di parole, la lettera che Bernardo Mattarella, ad di Invitalia, ha inviato ai vertici di Acciaierie, Franco Bernabè e Lucia Morselli e per conoscenza alla ArcelorMittal Italy Holding (socio di Adih) e alla capogruppo lussemburghese ArcelorMittal.

Accuse pesanti sulla mancata trasparenza

Quattro pagine per una lunga serie di pesanti accuse, relative al mancato rispetto degli accordi tra le parti, alla mancanza di informazioni e di trasparenza anche con lo stesso cda, alle possibili conseguenze di ordine societario e amministrativo, alle tensioni finanziarie e ai mancati pagamenti. Con il richiamo da parte di Adih «incredibilmente agli allarmanti articoli di stampa» per giustificare le tensioni finanziarie. E la richiesta di altri 320 milioni ai soci, senza che siano fornite «specifiche indicazioni sulle prospettive di continuità aziendale per un congruo periodo».

Si inizia con le mancate informazioni fornite al socio pubblico Invitalia a fronte delle ripetute richieste formalizzate ad Adih. Da ultimo, il contratto di finanziamento soci del 14 febbraio scorso, che ha iniettato altri 680 milioni nelle casse della società che gestisce gli impianti ex Ilva. Mancano aggiornamenti sul piano di produzione di acciaio e sulle necessità di cassa per raggiungere gli obiettivi dei 4 milioni di tonnellate previsti dagli impegni presi dall’azienda. Informazioni per le quali Invitalia, tenendo conto del ruolo attribuito al socio pubblico dalla normativa, «non solo ha titolo, ma è anche tenuta a chiedere ad Adih di verificare e confermare».

Resta il mistero del Memorandum of understanding

Ma le richieste di Invitalia, reiterate, sono rimaste invase, è scritto nella lettera. Per cui «la comunicazione con cui ha contestato il difetto d’informativa non può essere considerata “gratuita”, “offensiva”, “diffamatoria” o “lesiva” di qualche diritto di Adih o dei suoi amministratori», come è stato risposto da AdI a una precedente richiesta d’informazioni. Ancora, la lettera di Mattarella solleva il tema di un memorandum of understanding che Adih avrebbe sottoscritto all’oscuro di Invitalia e informando il cda solo il 16 ottobre scorso. Il riferimento dovrebbe essere al memorandum relativo allo stanziamento dei fondi europei di sviluppo e coesione.

Mancato rispetto degli impegni con i fornitori

Il secondo punto riguarda in modo più puntuale la situazione finanziaria e il mancato rispetto degli impegni con i fornitori. Manca il pagamento della sesta rata del piano di rientro con Eni. Per cui Invitalia chiede «l’entità e le caratteristiche delle tensioni finanziarie che si sarebbero verificate a far data dal 23 settembre 2023»; «l’ammontare della prevista capacità finanziaria della società», che sarebbe stata asseritamente ridotta, per quanto incredibilmente, da «allarmanti articoli di stampa»; il modo in cui tali articoli avrebbero inciso su di essa; e quali siano le conseguenti «azioni correttive», compiute o in via di adozione.
Anche perché, «l’omesso versamento in favore di Eni rischia di compromettere in modo irreparabile sia i rapporti con tale fornitore (il quale, a quanto risulta, si è reso indisponibile alla futura fornitura di gas), sia la continuità aziendale con conseguente eventuale configurabilità di precise responsabilità». Invitalia, pertanto, «chiede di sapere se e quando verrà posto rimedio all’omesso versamento in favore del fornitore» e cosa sarà fatto «per evitare ulteriori ritardi nei pagamenti in scadenza e ciò, tra l’altro, per scongiurare il rischio di escussione delle garanzie societarie rilasciate da ArcelorMittal e da Invitalia». Infine, i 320 milioni chiesti ai soci. Servono ancora, chiede il socio pubblico? E se sì, per quanto basteranno?

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