Ex Ilva, sabato finisce il gas. Attesa per la nuova delibera Arera per la fornitura "d'emergenza" - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Imprese/Apertura
AperturaImprese Gio 28 settembre 2023

Ex Ilva, sabato finisce il gas. Attesa per la nuova delibera Arera per la fornitura "d'emergenza"

Il 30 settembre scade l'obbligo per Snam di fornire combustibile agli impianti. I lavoratori in sciopero per 24 ore Ex Ilva, sabato finisce il gas. Attesa per la nuova delibera Arera per la fornitura "d'emergenza"
Gianluca Paolucci
di 
Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Ex Ilva, sabato finisce il gas

Il prossimo 30 settembre scade l’obbligo per Snam di fornire il gas all’ex Ilva. E’ la procedura detta “di default”, che impone anche ad Acciaierie d’Italia di cercare un nuovo fornitore sul mercato libero. Ma il fornitore al momento non c’è. Ilva ha ancora debiti pregressi con Eni, l’ultimo fornitore sul mercato. E quindi avanti con le forniture d’emergenza, malgrado sia stato accumulato un debito notevole anche con Snam, gestore della rete e “fornitore di ultima istanza” in virtù della valenza strategica dell’acciaio. Entro venerdì è probabile che la fornitura sarà rinnovata. “Non lasceremo spegnere Ilva”, dice una fonte governativa. Ma la vicenda della fornitura di gas (AdI è uno dei principali consumatori singoli di gas in Italia) dà la misura di quanto sia drammatica la situazione degli impianti. L’ultima delibera di Arera che impone a Snam di fornire il gas all’ex Ilva è del sette settembre scorso. E scade appunto sabato 30 settembre prossimo.

L’allarme di Bernabè

L’allarme sulla situazione degli impianti è stato lanciato nelle scorse settimane anche da Franco Bernabè, presidente di AdI Holding. Il manager è arrivato a rimettere il mandato nelle mani della premier Giorgia Meloni. Al momento, non risulta che le dimissioni di Bernabè siano state formalizzate. Ma non è escluso che possano arrivare a breve a Palazzo Chigi. Perché lo stallo dell’ex Ilva ormai assomiglia sempre di più a un avvitamento. La situazione finanziaria della società è drammatica. Da mesi, sono tesi anche i rapporti tra ArcelorMittal e il socio pubblico Invitalia. Una tensione sfociata, al momento dell’approvazione del bilancio del 2022 di AdI Holding (dove c’è il socio pubblico e che controlla la società operativa AdI spa), in un lungo elenco di impegni disattesi da parte di ArcelorMittal e di critiche ai vertici operativi da parte del rappresentante di Invitalia.

Il dossier da Urso a Fitto

Con strascichi anche dentro l’esecutivo. La gestione della vicenda è passata dal ministro delle Imprese Adolfo Urso a quello del Sud e delle Politiche europee, Raffaele Fitto. Che sembra intenzionato ad assumere una posizione attendista, confermando l’alleanza con gli indiani di ArcelorMittal. 

Lavoratori in sciopero

L’incontro tra governo e sindacati di ieri, mercoledì 27 settembre, è andato piuttosto male. “In questi mesi il governo non solo non ha fatto nulla, ha fatto passi indietro. Siamo all’eutanasia dell’ex Ilva. Il piano annunciato sul rifacimento dell’altoforno 5 non è rispettato, come pure l’accordo del 2018. La pericolosità delle condizioni di lavoro è ai massimi, mentre la produzione è al minimo storico. Della salita al 60% di Invitalia nessuno parla più”, dice il segretario generale della Fiom Michele De Palma.

Di incontro deludente durante il quale “non ci è stata data alcuna risposta ai drammatici problemi del gruppo, dalle manutenzioni al piano di rilancio ai livelli produttivi” parla anche il segretario generale della Fim Roberto Benaglia. Dalle 7 di questa mattina, i lavoratori dei tre impianti di AdI sono in sciopero. La buona notizia è che non sarà consumato altro gas. 

 

Condividi articolo