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ApprofondimentiEconomia Gio 06 aprile 2023

Golden Power, le mire cinesi e il test di Pirelli-Sinochem

La Bicocca sposta l'assemblea per aspettare l'esame del governo. Ma la partita vera per l'esecutivo è quella di State Grid in Cdp Reti Golden Power, le mire cinesi e il test di Pirelli-Sinochem
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Pirelli-Sinochem è il test del Golden Power per le mire cinesi

Il caso Pirelli-Sinochem come test per misurare la capacità e gli spazi di manovra del governo per limitare gli investimenti cinesi nei settori strategici. La partita vera, si spiega, si giocherà su un fronte ben più rilevante per la sicurezza nazionale: la presenza dei cinesi State Grid nell’azionariato di Cdp Reti. Pirelli intanto rende noto di aver spostato l’assemblea degli azionisti al 29 giugno prossimo, proprio per aspettare del procedimento Golden Power avviato dal governo. L’assemblea era prevista inizialmente per il 30 maggio.

Chiarezza nella governance

Secondo quanto ricostruito, il coinvolgimento di Palazzo Chigi può essere l’occasione per il gruppo della Bicocca di fare chiarezza nella propria governance. Prendendo spunto dalla notifica da parte dei cinesi del rinnovo del patto parasociale di Pirelli. Ma, si spiega, la normativa attuale del Golden Power lascerebbe spazi di manovra limitati. Principalmente perché pensata per una verifica ed eventuale blocco preventivo di operazioni e non come strumento di intervento successivo

La nuova normativa europea

Un aiuto al governo potrebbe arrivare dall’entrata in vigore, il prossimo 12 giugno, della Foreign Subsidies Regulation (Fsr). Si tratta di una normativa europea che permette alla Commissione Ue di intervenire per bloccare o limitare le operazioni nell’Unione europea di operatori di stati extra-Ue. Quando questi operatori siano sussidiati – anche sottoforma di accesso privilegiato al credito – dallo stato d’origine, comportando così una distorsione della concorrenza. Caratteristica quest’ultima di gran parte degli operatori cinesi che hanno investito in Europa.

Il vaglio delle operazioni

La nuova normativa si applica non solo a fusioni e acquisizioni, ma anche ad appalti e a contratti di fornitura del settore pubblico. Tra gli strumenti previsti, anche la possibilità per gli uffici della Commissione di aprire una indagine di propria iniziativa (“ex officio“) per ogni tipo “di attività economica o situazione di mercato (…) quando ci sia il sospetto che possa essere coinvolto un soggetto estero sussidiato”, riporta un documento informativo della Commissione sulla nuova normativa. “A partire dalla sua entrata in vigore, la Fsr può rappresentare lo strumento per eradicare gli investimenti cinesi già effettuati ma non più graditi grazie al meccanismo del vaglio ex officio“, spiega Francesco Galietti, ad di Policy Sonar.

La partita interna a Pirelli e le voci su Brembo

In questo scenario, s’inserisce la partita tutta interna a Pirelli. Il recente ingresso di Brembo con il 6% nel capitale della Bicocca ha acceso la speculazione sul mercato di un possibile accordo per una ulteriore salita. Al momento, Sinochem ha il 37% del capitale, seguito dal 14,1% di Camfin (Tronchetti Provera) e appunto dal 6% di Brembo. Lo scorso 3 marzo, il numero uno di Brembo ha detto che una fusione tra Pirelli e Brembo “non è sul tavolo“. Mentre in precedenza Sinochem aveva smentito le indiscrezioni che indicavano il gruppo cinese come intenzionato a dismettere la partecipazione.

Cdp Reti e i cinesi di State Grid

Per Palazzo Chigi, il tema vero è però quello di Cdp Reti. A questa società fanno capo le quote di maggioranza di Terna (29,5%), Snam (31,35%) e Italgas (25,99%) Accanto alla Cassa depositi (59%) nell’azionariato della società c’è la compagnia statale cinese State Grid con il 35%. La quota restante è in mano a una serie di investitori istituzionali italiani. Nel 2014 State Grid pagò 2,1 miliardi per la quota in Cdp Reti. Lo scenario però adesso è radicalmente mutato. E la presenza di un soggetto statale cinese – per quanto limitato nella governance – nella cassaforte che gestisce le reti di energia elettrica e gas del paese desta più di una preoccupazione.

Macron a Pechino

Ma anche nei confronti della Cina, la Ue si mostra tutt’altro che unita. A Pechino è arrivato il presidente francese Emmanuel Macron. Nell’agenda dell’inquilino dell’Eliseo, anche una lunga cena privata con il presidente cinese Xi Jinping. I due presidenti passeranno insieme circa otto ore, negli sforzi per rafforzare – riferisce l’Ansa – i rapporti personali. Al centro dei colloqui ci sarà senz’altro la guerra in Ucraina. Ma ruolo centrale lo avranno anche le relazioni economiche tra i due paesi. Macron è infatti a Pechino con una corposa delegazione, comprensiva di quattro ministri (tra cui Economia ed Esteri) e di oltre 50 top manager di colossi come Edf, Alstom, Veolia e Airbus.

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