Ecco cosa dicono i verbali della Fed e cosa cambia per chi investe
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EconomiaPrimo piano Mer 16 agosto 2023

Ecco cosa dicono i verbali della Fed e cosa cambia per chi investe

I verbali diranno quindi quanto consenso c'è fra i banchieri circa la possibilità di alzare ancora i tassi di interesse. Ecco cosa dicono i verbali della Fed e cosa cambia per chi investe
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

I verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Fed, in uscita questa sera, potrebbero dare qualche indicazione in più su sentiment prevalente all’interno del board, dal momento che non c’è una uniformità di vedute fra i banchieri americani su quello che sarà il punto di culmine dei tassi d’interesse e sugli effetti per l’economia. Tutto è in divenire, come più volte ha chiarito il presidente Jerome Powell, ma il nemico è comune, l’inflazione, e va abbattuta ad ogni costo.

Nel corso dell’ultimo anno la Fed ha alzato i tassi di interesse ad una velocità mai vista prima d’ora e, all’ultima riunione del 25-26 luglio, ha portato il tasso overnight ad un range di riferimento del 5,25%-5,50%. In più, il presidente Powell ha avvertito che questo aumento potrebbe non essere l’ultimo, ma ha anche riconosciuto che i “pezzi del puzzle” si stanno mettendo al loro posto e fra questi ha citato la normalizzazione delle catene di approvvigionamento, la minor domanda di lavoratori e le condizioni di prestito più restrittive.

I verbali di questa sera diranno quindi quanto consenso c’è fra i banchieri circa la possibilità di alzare ancora i tassi di interesse, anche solo di un altro quarto di punto nelle riunioni di settembre o nelle successive sino a fine anno, o se invece qualcuno ritiene questo ciclo esaurito, sulla base dell’andamento dell’inflazione e dell’economia. Situazione che, certamente, non sarà aggiornata e che sarà letta dai mercati considerando anche i dati macro usciti in quest’ultimo periodo.

Quel che è certo è che i dati usciti oggi, soprattutto la produzione industriale, sembrano confermare l’avverarsi di uno scenario di “soft landing”, ovvero di una economia in stallo e non in recessione. Ipotesi che implicherebbe un prolungamento della fase di tassi elevati o nuovi rialzi da qui a fine anno.

Una scommessa su cui i mercati sembrerebbero puntare, considerando l’andamento del mercato azionario e dei Treasury. Gli investitori obbligazionari, che avevano impostato i loro portafogli in modo difensivo in vista di una recessione e di una pausa negli aumenti dei tassi, stanno ora rivedendo le loro strategie in considerazione di un’economia sorprendentemente resiliente e di tassi di interesse più alti più a lungo. (Teleborsa) 

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