L'export di petrolio dalla Russia alla Cina è raddoppiato - V&A
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EnergiaPrimo piano Lun 12 dicembre 2022

Dall'inizio della guerra l'export di petrolio russo verso la Cina è raddoppiato. E quello verso l'India è aumentato di 14 volte

L'Europa non lo acquista più, ma il governo di Mosca ha trovato in Oriente acquirenti alternativi per il suo petrolio. Dall'inizio della guerra l'export di petrolio russo verso la Cina è raddoppiato. E quello verso l'India è aumentato di 14 volte STAZIONE DI SERVIZIO LUKOIL
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

I numeri sul petrolio russo

La Russia non ha tardato a trovare acquirenti alternativi al suo petrolio, dopo che Stati Uniti ed Europa hanno limitato e poi azzerato l’import da Mosca. In particolare, dall’inizio della guerra in Ucraina, lo scorso 24 febbraio, le consegne di greggio dalla Russia all’India sono aumentate di 14 volte e quelle alla Cina sono raddoppiate.

In India

Secondo i dati di Vortexa, rielaborati dall’agenzia Anadolu, il maggior beneficiario della nuova situazione è l’India. I numeri sono impressionanti. Nel 2021 le importazioni indiane di greggio dalla Russia hanno raggiunto il volume di 35.000 barili al giorno, ed era già un record. Nei primi due mesi del 2022 l’import è stato praticamente nullo, mentre a marzo ha raggiunto i 68.000 barili al giorno. Di lì in poi è stato un crescendo continuo, finché a novembre l’import ha toccato quota 959.000 barili al giorno: un aumento, appunto, di 14 volte rispetto al periodo pre guerra.

In Cina

Anche i rapporti energetici tra Mosca e Pechino si sono approfonditi. Le importazioni sono aumentate da 670.000 barili al giorno nel febbraio di quest’anno a quasi il doppio, raggiungendo circa 1,1 milioni di barili al giorno nel mese di novembre.

In Turchia

Su volumi più ridotti, ma notevole è stato anche l’incremento di importazioni da parte della Turchia. Nel periodo in questione sono quasi triplicate, passando da 110.000 barili al giorno a 327.000 barili in media.

E l’Europa?

Come detto, questi nuovi contratti sostituiscono quelli con i paesi europei. Già prima dell’entrata in vigore dell’embargo Ue il 5 dicembre, gli europei avevano in generale ridotto le loro importazioni.

Unica eccezione, l’Italia, passata da 163.000 barili al giorno nel febbraio 2022 a 322.000 barili al giorno nel novembre 2022. La spiegazione è dovuta al caso Lukoil, il proprietario russo della raffineria di Priolo, in Sicilia. Nonostante non fosse sotto sanzioni, Lukoil si è vista negare i finanziamenti dalle banche occidentali per acquistare petrolio occidentale. E ha dovuto quindi ricorrere al greggio russo.

 

 

 

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