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FamiglieIn evidenza Lun 12 dicembre 2022

Anticipo sulla liquidazione? I pensionati statali si preparino: non lo avranno a buon mercato

I pensionati statali che vogliono un anticipo sulla liquidazione devono prepararsi a pagare una bella cifra di interessi. Anticipo sulla liquidazione? I pensionati statali si preparino: non lo avranno a buon mercato
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Interessi alti per l’anticipo sulla liquidazione dei pensionati statali

I pensionati statali che vogliono un anticipo sulla liquidazione devono prepararsi a pagare una bella cifra di interessi. Tutto a causa del rendimento annuo lordo di un paniere di titoli di stato italiani, ossia il rendimento di un campione di titoli pubblici a tasso fisso (chiamato rendistato), che aumenta sul breve termine. Il rendistato infatti, è importante per definire il tasso di interesse su Tfs/Tfr a tasso agevolato, ha scavalcato il tetto del 2,5%. Mentre sulle scadenze superiori a un anno la soglia supera il 3%. 

Per fare un esempio concreto. I pensionati statali che bussano alla porta di una banca iscritta all’Abi per avere l’anticipo della liquidazione di 50 mila euro finiranno per pagare un onere di interessi di 1.300 euro. 

Come si definisce il tasso del prestito

L’Anticipo Tfs/Tfr (Trattamento di Fine Servizio/Fine Rapporto) è un finanziamento pensato per i dipendenti pubblici e statali che hanno raggiunto la pensione o cessato il rapporto di lavoro, e che desiderano ricevere la liquidazione in un’unica soluzione. Il rendistato è un parametro importante per definire il tasso di interesse su Tfs/Tfr a taso agevolato.

Per definirlo, infatti, lo si ricava sommando il rendistato e lo spread, che è sempre dello 0,4%. Aggiugendo al rendistato uno 0,4% di spread, quindi, si ottiene facilmente il tasso sui prestiti agevolati ai dipendenti pubblici.

Il picco del rendistato

Secondo Bankitalia il rendistato a un anno, aggiornato ai giorni scorsi, è arrivato al 2,66%, salendo ancora dal 2,640% di ottobre che consentiva di rimanere appena sotto la soglia del 3%. Sono lontani i tempi di aprile, quando il rendimento annuo loro orbitava attorno allo 0,05% e il tasso sui prestiti di 45mila euro per i dipendenti statali, per fare un esempio, finiva per “mangiare” solo 250 euro.

Per le scadenze a tre anni, rileva la banca centrale, tutto resta immutato al 3% mentre quello a 6 anni il tasso è esploso, passando da 0,893% al 3,721%.

Giulia Panetta

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