Confimprese: gennaio freddo per i consumi. Fermi i saldi - V&A
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FamigliePrimo piano Lun 26 febbraio 2024

Confimprese: gennaio freddo per i consumi. Neppure i saldi scaldano acquisti

Il valore complessivo è stato del -2,1%. Anche la ristorazione segna una battuta d'arresto. Carovita, incertezze e guerre frenano le spese degli italiani. Confimprese: gennaio freddo per i consumi. Neppure i saldi scaldano acquisti
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Inizio d’anno freddo per i consumiGennaio chiude infatti a -2,1%  (a valore)  su gennaio 2023, con  la ristorazione che dopo mesi di crescita subisce anch’essa il generale peggioramento del mercato. Persino i saldi, su cui erano state riposte grandi speranze, non riescono a rivitalizzare il settore abbigliamento-accessori  che chiude in campo negativo a -2,4%. Negativa anche la voce  “altro retail” a -2,1%. I dati emergono dall ’Osservatorio permanente Confimprese-Jakala sull’andamento dei consumi.

Considerando le regioni la migliore è la Valle d’Aosta che chiude ben oltre la media Paese a +5,8%, Basilicata la peggiore, sprofonda a -12,1%. Nelle città di provincia i risultati migliori sono di Rovigo a +7,7%. Profondo rosso per Siracusa a -11,6%.

I canali di vendita

Quanto ai canali di vendita, i dati sono altrettanto negativi e riflettono l’andamento generale dei consumi. Anche i negozi di prossimità, canale d’elezione dal Covid in poi grazie alle mutate abitudini d’acquisto dei consumatori, iniziano l’anno in campo negativo a -3,5%, il peggiore risultato tra i canali. Male anche high street a -3,2%centri commerciali -1,5%. Il quadro restituisce il sentiment negativo dei consumatori per il 2024, sui cui incide soprattutto la situazione geopolitica internazionale ed è la cifra della difficoltà delle famiglie nel mantenere i livelli di spesa e dei retailer nel convertirli.

Le ragioni della frenata

“Come prevedibile, il 2024 parte con il freno a mano tirato – spiega Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese.  – L’erosione del potere di acquisto delle famiglie, generato dalla fortissima inflazione degli ultimi due anni, ha non solo compresso i consumi in termini di volumi, ma segna ora una decrescita generalizzata anche a valore. A pesare inoltre sono instabilità politiche e guerre“. “Riteniamo che nell’anno in corso – aggiunge Maiocchi, – la ricerca della convenienza, in termini di prezzi bassi, sconti, promozioni e orientamento verso fasce prezzo e insegne più convenienti sarà un elemento dominante nelle scelte dei consumatori e nelle strategie delle aziende”. “Occorre guardare ai prossimi mesi con prudenza – conclude il direttore del centro studi Confimprese, –  in quanto il potere d’acquisto delle famiglie deve ancora assorbire una pressione non indifferente legata ai prezzi elevati dei beni di prima necessità“.

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