Bollette a rischio fiammata sulla scia dei venti di guerra
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ApprofondimentiFamiglie Mar 10 ottobre 2023

Bollette, rischio fiammata sulla scia dei venti di guerra

Per evitare una stangata in bolletta, Consumerismo no profit suggerisce sin da subito di contenere i consumi Bollette, rischio fiammata sulla scia dei venti di guerra CARO BOLLETTE
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Non bastava l’inflazione che ha bruciato più di una mensilità l’anno. Sono arrivate anche le ostilità nella striscia di Gaza a creare tensioni sul mercato dell’energia. Con un conto salato che rischia di pesare sulle bollette. “L’attacco di Hamas contro Israele potrebbe avere conseguenze importanti sul mercato del petrolio” ha sintetizzato via Twitter Gianclaudio Torlizzi, fondatore della società di consulenza T-Commodies, nonchè consulente dei ministeri  della Difesa e delle Imprese e del Made in Italy per l’analisi dei flussi delle materie prime. 

Il tema, manco a dirlo, è incandescente proprio mentre si arriva alle battute finali di una manovra che ha messo il governo di Giorgia Meloni a dura prova. Le risorse disponibili sono infatti scarse e l’esecutivo ha dovuto selezionare attentamente gli interventi da realizzare.  Non a caso, al momento, l’Italia e la Commissione europea sono in trattative proprio sui fondi destinati ad aiutare famiglie e imprese contro i rincari dell’energia. In particolare, l’esecutivo Meloni ha proposto a Bruxelles una riprogrammazione dei fondi regionali Ue per un importo da circa 1,3 miliardi per tamponare gli aumenti. L’ipotesi è nell’ambito del programma Safe, che prevede la revisione della spesa per 4 miliardi dei fondi di coesione. 

ADOLFO URSO MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY

Lo scenario è estremamente delicato

“La situazione di emergenza” innescata dall’attacco ad Israele “ rischia di far esplodere altre problematiche – mi riferisco a quello dell’energia, come accaduto per la guerra della Russia in Ucraina, per l’approvvigionamento di gas e petrolio” ha ammesso il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un intervento a Rai News. “Da quei paesi giungono altre risorse alla nostra Europa. Dobbiamo capire e comprendere anche se dobbiamo pensare all’autonomia strategica del nostro continente per l’approvvigionamento energetico ma non solo” ha aggiunto.

La questione naturalmente non riguarda solo l’Italia, ma l’intero Vecchio continente. Dopo l’addio alle forniture russe, l‘Europa sta infatti tentando di trovare un nuovo equilibrio nell’approvigionamento energetico. Ma le tensioni sul prezzo del gas legate alle incertezze sulle attività in Australia hanno ampiamente dimostrato come l’Europa sia in balia degli eventi internazionali, soprattutto per quanto riguarda il gas liquefatto.  

Per Consumerismo no profit bisogna sin da subito ridurre i consumi da fonti fossili

“Probabilmente quello che sta accadendo in questo momento sarà il colpo di grazie all’economia nazionale che sarà pesantemente condizionata dal conflitto” ha spiegato Luigi Gabriele, numero uno di Consumerisno no profit. “La nostra dipendenza dalle fonti fossili è tale che basta un conflitto, seppur circoscritto, per destabilizzare il mercato. In questo caso, sono implicati paesi come ad esempio l’Algeria, fra i nostri principali fornitori di gas, che ha appena dichiarato di sostenere Hamas. Un altro esempio è quello che sta accadendo in queste ore fra Azerbaigian ed Armenia. La nostra dipendenza dalle fonti fossili è tale da vedere, in soli due giorni, un aumento del gas al 10% in più delle quotazioni rispetto a quanto accadeva venerdì sui mercati nazionali” ha aggiunto.

Per Gabriele, “questo si traduce in un conto salatissimo che, ancora una volta, sarà pagato  dai consumatori. Lo scenario è catastrofico. Tendiamo a esprimerci con percentuali perchè potrebbero essere risori i numeri che vengono dati da altre organizzazioni che non hanno gli elementi contabili e sopratutto non hanno le condizioni per stimare quanto la situazione andrà ad incidere realmente”.  Di conseguenza l’unica soluzione possibile al momento è “ridurre, fin da adesso, drasticamente la dipendenza dalle fonti fossili ordinarie; che sia una riduzione di energia elettrica, la riduzione dei consumi o di carburante sia attraverso una diminuzione del numero di km percorsi anche attraverso l’impiego di alternative rispetto alle fonti fossili” ha concluso. 

Assoutenti azzarda anche delle stime

“Il prezzo del gas é balzato a 41,40 euro al megawattora con un aumento dell’8,3% legato alle paure dei mercati per una escalation della guerra in Israele” ha sottolinato Assoutenti. Per l’Italia si tratta di una vera e propria sciagura considerato che, secondo i dati di Arera, nel 2022 sono stati importati 72,6 miliardi di metri cubi di gas naturale. Prodotto di cui l’Algeria, vicina ad Hammas, è il primo paese fornitore con circa il 36%, seguita da Russia e Azerbaigian  (15%),  Qatar (10%). 

Secondo le stime di Assoutenti, ipotizzando un incremento medio delle tariffe del +15% sia per la luce che per il gas, la bolletta dell’energia elettrica salirebbe di 115 euro annui a famiglia rispetto alle attuali tariffe, portando la spesa della luce e quota 879 euro. La bolletta del gas salirebbe invece a 1.526 euro annui a nucleo, con un incremento pari a +199 euro annui. Si tratta di un rincaro complessivo tra luce e gas di +314 euro annui a famiglia con una spesa totale per le forniture energetiche che volerebbe a quota 2.405 euro all’anno a nucleo.

“Aumenti che arriverebbero nel momento peggiore, ossia nei mesi invernali quando gli italiani accendono gli impianti di riscaldamento e concentrano l’80% dei consumi annui di gas – ha commentato il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – La nostra speranza è che il governo italiano di concerto con l’Europa sappia adottare adeguate misure di contrasto nell’ipotesi di una prossima improvvisa fiammata delle quotazioni energetiche”. 

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