Tra eredità e cessioni, cosa può succedere all'impero di Berlusconi
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ApprofondimentiFinanza Mar 13 giugno 2023

Tra eredità e cessioni, cosa può succedere all'impero di Berlusconi

Tra le partecipazioni MediaForEurope, guidata da Pier Silvio Berlusconi, è considerata dagli operatori quella con maggiore appeal. Tra eredità e cessioni, cosa può succedere all'impero di Berlusconi
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Restano sotto i riflettori i titoli della scuderia dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Le azioni Mfe A salgono del 5,5% e le Mfe B sono in progresso del 3,4%. Il mercato continua a ragionare sul futuro di Fininvest, la cassaforte controllata dall’imprenditore, attraverso le holding personali, e partecipata da tutti e cinque i figli: da capire come saranno i rapporti di forza con la successione e quindi come potrebbero confermarsi o cambiare le strategie di famiglia. Tra le partecipazioni (le altre quotate sono Banca Mediolanum e Mondadori), MediaForEurope, guidata da Pier Silvio Berlusconi, è considerata dagli operatori quella con maggiore appeal per un riassetto.

Equita ricorda che Fininvest possiede il 41,5% delle azioni Mfe (35,1% delle azioni A e il 50,5% delle azioni B) e grazie al voto multiplo e alle azioni proprie in Mfe ha circa il 50% dei diritti di voto. Il secondo azionista è Vivendi, holding di proprietà di Vincent Bolloreè, con una quota del 19,8% delle azioni e il 23,6% dei diritti di voto. Un comunicato stampa di Fininvest ha sottolineato che le attività proseguiranno in una linea di assoluta continuità sotto ogni aspetto.

Cosa succede a Fininvest

Per quanto riguarda la successione, nel caso il 61,2% di Fininvest posseduto da Silvio Berlusconi venga ripartito fra i 5 figli, il passaggio del controllo di Fininvest passerebbe a Barbara, Eleonora e Luigi, che attualmente controllano il 21,42% piuttosto che a Marina e Piersilvio che controllano ciascuno il 7,65%. La legge ereditaria stabilisce però che 1/3 dell’eredità potrebbe essere assegnato liberamente per via testamentaria.

In questo caso il controllo di Fininvest potrebbe anche passare a Marina e Piersilvio con Barbara, Eleonora e Luigi fermi al 45% circa della società. Indiscrezioni di stampa riportano che un vecchio accordo siglato al momento della separazione con Veronica Lario stabilirebbe che il controllo di Fininvest passi a Marina e Pier Silvio (entrambi operativi in Mondadori ed Mfe), mentre gli altri figli sarebbero stati compensati con liquidità.

I pretendenti a Mfe

Equita riporta anche altre indiscrezioni di gruppi potenzialmente interessati a Mfe, come Discovery, mentre Vivendi sarebbe disposta ad accettare un’offerta sulla rete Tim a valori inferiori a quelli richiesti in cambio di un via libera da parte del governo a salire ancora in Mfe. Il governo Meloni sarebbe più intenzionato a ridimensionare il ruolo di Vivendi in Italia piuttosto che farlo crescere magari con l`acquisto di Mediaset.

«Riteniamo – dice Equita – che sarà importante verificare i nuovi assetti in Fininvest e nel caso di un cambio di controllo rimane sempre il tema del Golden Power da parte del governo. Riteniamo inoltre che potrebbe accelerare il dossier Rai Way – Ei Towers, che permetterebbe di meglio valorizzare Ei Towers in Mfe». Infine, dice Equita, «continuiamo a ritenere che debba ridursi lo sconto fra le azioni A e B del gruppo, considerando che avrebbero lo stesso trattamento in caso di cambio di controllo».

Gli analisti di Intermonte si concentrano anche sui dati Nielsen, usciti ieri, che mostrano come in Italia ad aprile i ricavi pubblicitari della Tv siano cresciuti dello 0,3%. La raccolta dei canali Mediaset è salita dello 0,1% anno su anno in linea con il mercato. «Da un punto di vista strategico e operativo ci aspettiamo che il gruppo dopo la morte del fondatore prosegua in continuità», dice Intermonte mentre sul fronte della pubblicità di aprile «il dato è positivo e conferma la buona tenuta dei ricavi pubblicitari pur in un contesto macro piuttosto incerto».

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