Affitti brevi, le perplessità dei proprietari sulla nuova cedolare secca
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AperturaImmobiliare Mer 15 novembre 2023

Affitti brevi, le perplessità dei proprietari sulla nuova cedolare secca

Marco Celani, presidente di Aigab, l'associazione che riunisce i property manager, che gestiscono gli appartamenti. Affitti brevi, le perplessità dei proprietari sulla nuova cedolare secca Palazzi addossati e in fondo i grattacieli della nuova Milano. Come cambia il concetto di città
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

“L’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21% al 26% contenuto in manovra dovrebbe essere corretto nel decreto anticipi, attraverso un emendamento del governo per escludere dall’incremento il primo appartamento messo in affitto tramite una piattaforma per locazioni a breve termine”. Lo spiega Marco Celani, presidente di Aigab l’associazione che riunisce i property manager, ossia persone o società che gestiscono per conto del proprietario il suo appartamento.

“Alla fine chi ha due appartamenti- spiega Celani – dovrà decidere su quale casa paga il 21 e su quale il 26% per la cedolare secca. Resta comunque, per le casse pubbliche, un provvedimento di poco conto. Il governo infatti ha previsto un gettito di 8 milioni quando sarà a regime nel 2026. Ma forse sarà anche meno perché, ad esempio, per le case che gestiamo a Milano con Italianway, circa 700 appartamenti, cambierà poco visto che il 96% dei proprietari ha un solo appartamento”.

Da sottolineare che, secondo Celani, l’inasprimento della tassazione non ha fatto recedere i proprietari dall’idea di continuare, con il proprio immobile, ad affittare solo per brevi periodi. “Purtroppo l’affitto con contratto normale 4+4 – spiega Celani – resta pericoloso perchè, se l’inquilino non paga, ottenere una sfratto è una procedura lunghissima. Per incentivare gli affitti a lungo periodo la strada non è questa. Bisogna accelerare con le pratiche di sfratto e costituire un fondo a sostegno di chi non riesce a pagare l’affitto”. In pratica sarebbe maggiormente questa “paura” di non riuscire a tornare in possesso del proprio immobile a spingere i proprietari di case verso l’affitto breve, rispetto alla leva economica. “Per il proprietario – dice Celani – visti i costi di amministrazione di un affitto breve (provvigioni ai portali, property manager, costi per le pulizie, per le utenze e rifiuti ndr) il risultato economico è molto simile a una locazione tradizionale”.

Sul fronte della cedolare secca c’è anche un altro problema. Infatti, il proprietario riceve un affitto lordo che comprende anche i costi delle utenze, delle spese condominiali e della tassa dei rifiuti. “Certo- spiega Celani- questo è uno dei principali motivi che spinge all’evasione dato che i proprietari privati non possono scaricare nulla circa le spese di gestione degli appartamenti e, pagando tutto il dovuto, al padrone di casa resta in tasca circa il 40% di quanto incassato”.

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