Perché si è impantanato il superbonus 110%
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Immobiliare Lun 03 ottobre 2022

Perché si è impantanato il superbonus 110%

La relazione conclusiva della Commissione banche sugli esiti dell’indagine sulla cessione del credito Superbonus 110% e sugli altri bonus. Perché si è impantanato il superbonus 110%
Redazione Verità&Affari
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Ritardi e criticità del superbonus 110%

«È evidente che il quadro normativo e la relativa prassi applicativa si sono evolute nel tempo e che l’operatività delle banche ne ha dovuto necessariamente tener conto». Nella bozza di 18 pagine della relazione conclusiva della Commissione banche sugli esiti dell’indagine sulla cessione del credito Superbonus 110% e sugli altri bonus, questo passaggio riassume le conclusioni delle risposte ricevute dalle 11 banche significant (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Iccrea, Mediobanca, Cassa Centrale Banca, Bper, Monte dei Paschi, Credem, Banca Popolare di Sondrio, Banca Carige), Cassa Depositi e Prestiti e le Poste al questionario inviato il 24 giugno. Questi intermediari rappresentano il 78% del mercato delle cessioni dei crediti fiscali in Italia.

I risultati evidenziano con numeri e fatti gli impatti negativi che hanno avuto i continui cambiamenti normativi che hanno interessato le cessioni dei crediti. La riunione conclusiva della Commissione che ha cessato il suo mandato per lo scioglimento del Parlamento si è tenuta nei giorni scorsi. La relazione elenca ben 7 interventi di normativa primaria (con decreti legge e relative conversioni in legge con modifiche) dopo l’emanazione del decreto “Rilancio” del 2020 a cui si associano 5 pervasivi interventi dell’Agenzia delle Entrate con chiarimenti applicativi.

La cessione del credito del bonus

La relazione fa qualche esempio a riguardo: «I numerosi interventi sia a livello normativo sia a livello di prassi applicativa da parte dell’Agenzia delle Entrate nonché il contrasto giurisprudenziale hanno impattato/rallentato l’operatività degli intermediari». I tempi medi per la cessione del credito sono passati dai 56 giorni del 2020 a 97 giorni nel 2022, per quelli con recupero in 5 anni; da 77 a 95 giorni per quelli con recupero in 10 anni; da 85 a 134 per i crediti superbonus 110%. I controlli e verifiche sono via via aumentati nel tempo per accrescere il contrasto ai fenomeni fraudolenti emersi.

Sotto questo profilo la relazione conclusiva si concentra sul tema della responsabilità, ora all’attenzione del Parlamento nella conversione del decreto legge “Aiuti bis”, evidenziando come la circolare dell’Agenzia delle Entrate abbia chiarito «la sussistenza della responsabilità in solido tra “Cedente” e “Cessionario” in caso di frodi o errori procedurali». La relazione mette chiaramente in evidenza come «nel corso del 2021, gli operatori bancari e finanziari hanno assunto un ruolo significativo nel mercato dell’acquisto dei crediti fiscali. In tale contesto si è assistito al ruolo preponderante e crescente acquisito dalle banche c.d. commerciali.”

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