Balneari, è scontro fra governo ed opposizione
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ImpreseIn evidenza Mar 09 gennaio 2024

Balneari, è scontro fra governo ed opposizione. Linea dura con Bruxelles

Il governo muove a difesa delle imprese del settore. Per la sinistra si tratta di una manovra per privatizzare la spiagge libere Balneari, è scontro fra governo ed opposizione. Linea dura con Bruxelles Un lido di una spiaggia italiana
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Si infiamma lo scontro politico sulle spiagge italiane. Per il senatore Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato, siamo di fronte ad un’attività di delegittimazione di quanto fatto dal governo. Con tanto di notizie false sullo stato di salute delle imprese del settore e sui prezzi delle concessioni.

“Quando si fanno alcune affermazioni sulle imprese balneari, su cui c’è una controversia che dura da anni, bisogna anche ricordare che le concessioni hanno subito vari aumenti nel corso del tempo, l’ultimo dei quali del 25%” ha evidenziato Gasparri.

La bufala del grande affare per le piccole aziende

“Premesso che la decisione di intervenire sul costo delle concessioni dipende molte volte anche dagli enti locali, bisogna anche precisare che il ricavo delle aziende non è netto, perché ci sono i dipendenti, gli stipendi da pagare, le tasse. È una fake news dire che queste attività abbiano ricavi individuali da 10 milioni” ha aggiunto.

Il reddito di un’impresa viene tassato a sua volta e ci sono una serie di oneri da sostenere, dipendenti, Iva, Imu, Irpef, etc, oltre alle manutenzioni” ha concluso. Stiamo parlando del resto di circa 33mila imprese familiari con un fatturato medio di gran lunga più basso di dieci milioni l’anno.

La sinistra torna all’attacco

“Bisogna impedire che, per evitare i bandi per le concessioni demaniali, il governo privatizzi le spiagge libere già oggi scarsissime in molte regioni italiane” ha accusato il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Ma per l’esecutivo il punto è che le spiagge italiane non sono una risorsa scarsa nei termini della direttiva Bolkestein. Dalla mappatura, realizzata da un tavolo tecnico istituito dal governo, solo il 33% della costa è stato dato in concessione. Con una quota simile, secondo il governo, non c’è un tema di concorrenza.

Per l’esecutivo c’è malafede nell’opposizione

“Sul tema delle concessioni balneari vediamo tanta malafede da parte di chi si ostina a dire che c’è scarsità di risorse. Va chiarito, infatti, che dalla mappatura fatta in Italia ci sono ancora migliaia di chilometri di coste a disposizione per aprire nuove imprese” ha spiegato in una nota il segretario di presidenza alla camera e deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo Zucconi.

“Si fa sempre troppa confusione sul tema, si seguono più le ideologie che i dati; se si guardasse alla tematica con oggettività quando si dice che il settore produce miliardi di ricavi si dovrebbe anche dire che su quei ricavi pagano le imposte relative” ha aggiunto.

“Insomma è chiaro che il settore è tra i più importanti per il turismo in Italia, grazie anche alle migliaia di imprese che contribuiscono da anni a far crescere appunto il turismo balneare producente indubbie eccellenze. Ricordiamo poi che le imprese balneari danno occupazione, servizi e sono estremamente dinamiche negli investimenti. In poche parole, producono ricchezza” ha evidenziato.

Il governo tratta con l’Unione

Per Zucconi va fatta quindi chiarezza ma soprattutto “deve continuare la discussione che è in atto tra l’Italia e l’Europa al fine di trovare soluzioni utili a tutelare le imprese esistenti e l’intero settore”. Anche a dispetto del fatto che il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, abbia preso le distanze da Assobalneari. E dalla posizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha invitato il governo al rispetto degli impegni con l’Europa in materia di concessioni demaniali e ambulanti. 

 

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