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In evidenza Ven 02 dicembre 2022

Il paradosso dei mercati: l'occupazione americana va alla grande e le Borse frenano

Le aziende Usa assumono a novembre, nonostante l'inflazione elevata e l'economia in lenta crescita. Ma Wall Street reagisce male Il paradosso dei mercati: l'occupazione americana va alla grande e le Borse frenano New york
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Mercato del lavoro positivo 

Le aziende Usa hanno continuato ad assumere hanno continuato ad assumere nel mese di novembre. nonostante l’inflazione elevata e l’economia in lenta crescita. Secondo i dati del Dipartimento del Lavoro, sono stati creati 263mila posti di lavoro a novembre ben più dei 200.000 attesi dagli analisti ma in leggere frenata rispetto ai 284.000 di ottobre e ai 269.000 di settembre. Un segno di resistenza di fronte all’aggressivo aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Che, a questo punto non avrà difficoltà a proseguire sulla strada della stretta monetaria.

Negativa la reazione del mercato

Wall Street ha reagito male: in apertura tutti i principali listini sono in calo dell’1%. Più contenuta la risposta in Europa. Milano segna un piccolo passo indietro dello 0,2%. Per tutto l’anno, mentre l’inflazione è aumentata e la Fed ha imposto tassi di prestito sempre più alti, il mercato del lavoro americano ha sfidato gli scettici, aggiungendo centinaia di migliaia di posti di lavoro, mese dopo mese n(392 mila dall’inizio dell’anno) E la forza delle assunzioni di novembre lascia immaginare che il tetto sarà superiore al 5% ipotizzatato finora. Mercoledì il presidente della Fed Jerome Powell ha sottolineato in un discorso che l’occupazione e i salari stanno crescendo troppo velocemente perché la banca centrale possa rallentare rapidamente l’inflazione.

Sempre più interessanti gli investimenti in obbligazioni

La Fed ha aumentato il suo tasso di riferimento, da quasi zero a marzo a quasi il 4%, per cercare di riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2% annuo. Ora andrà avanti rendendo sempre più interessante l’investimento in bond. Il decennale Usa tratta a 3,54%, minimo da oltre due mesi. Scendono i tassi nominali ed anche quelli reali: sulla scadenza a dieci anni siamo a 1,14%, minimo da settembre. Bund decennale tedesco a 1,81%, è il rendimento più basso da metà settembre. BTP decennale a 3,68, minimo da tre mesi. Il BTP decennale, con un bilancio provvisorio di +1,5%, e il Bund, con un +1,3%, si avviano verso la quarta settimana positiva di seguito. Il Treasury note decennale con un +1,3% è alla sua seconda positiva di seguito.

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