Bce: l'euro debole mette benzina nel fuoco dell'inflazione
Lo ammette la Banca centrale europea nei verbali dell'ultimo consiglio direttivo: "il deprezzamento dell’euro ha una pressione inflattiva" Il presidemte della Bce, Christine LagardeAnche la debolezza dell’euro alimenta l’inflazione nell’eurozona. Un elemento che si aggiunge alla debolezza della capacità produttiva, prezzi elevati di energia e generi alimentari e aumenti dei salari più elevati delle previsioni.
Allineati alla Fed
La Bce si allinea così alla Fed, che ha già segnalato di ridere la riduzione dell’inflazione la priorità della politica monetaria nella fase attuale, con la disponibilità anche a sacrificare la crescita economica pur di tenere sotto controllo l’inflazione. Il dato di luglio indica un aumento dei prezzi dell’8,9% nell’area euro.
Dai verbali dell’ultima riunione del Consiglio direttivo, che in luglio ha aumentato i tassi dello 0,5% rispetto alle indicazioni precedenti di un aumento dello 0,25%, emerge come “il deprezzamento dell’euro costituisce un importante cambiamento nell’ambiente esterno e implica una pressione inflattiva anche maggiore, in particolare per i costi dell’energia denominati in dollari”, come è il caso del greggio e dei prodotti petroliferi raffinati importati in Europa.
Errore di valutazione
La Bce ha considerato a lungo le spinte inflattive palesatesi fin dalla prima ondata della pandemia come “transitorie”, per poi cambiare radicalmente idea dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
La maggioranza dei membri si è espressa a favore del nuovo programma di acquisto di bond, lo strumento che dovrebbe ridurre la divergenza ingiustificata nei costi del debito dei vari paesi membri membri, di fatto uno strumento che dovrebbe consentire di calmierare gli spread dei paesi come l’Italia gravati da un forte debito pubblico.
Gianluca Paolucci