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In evidenzaSport Mar 13 dicembre 2022

Cessione del Milan, Yonghong Li tiene bloccati 364 milioni del fondo Elliott fino a Natale

Nell'ultima udienza gli avvocati delle parti hanno esposto le loro ragioni senza arrivare a una conclusione. Il 19 dicembre un nuovo round Cessione del Milan, Yonghong Li tiene bloccati 364 milioni del fondo Elliott fino a Natale
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Prossima udienza il 19 dicembre

Che il groviglio fosse difficile da districare è apparso da subito evidente, certo che le settimane continuano a passare e ormai da circa cinque mesi il misterioso uomo d’affari cinese Yonghong Li riesce a tenere nel congelatore 364 milioni di euro del fondo Elliott per la vicenda della cessione del Milan, senza che in quel del Lussemburgo il giudice chiamato a decidere riesca a mettere un punto sulla vicenda. Nelle scorse ore c’è stata l’ennesima puntata della telenovelas, con Loyens & Loeff, lo studio legale che segue Elliott che ha spiegato in udienza perché chiede l’annullamento del provvedimento che blocca i fondi del suo assistito, passando poi la palla alla Rossoneri Honk Kong, la società che fa riferimento a Yonghong Li. Gli avvocati dello studio Cleary Gottlieb, però, non sono riusciti a chiarire tutti i termine dell’operazione anche per la complessità della struttura di controllo del club. Così la vertenza è stata rinviata al 19 dicembre, quando i legali di Mister Li concluderanno la replica ed Elliott sarà chiamato a rispondere soprattutto sul valore delle azioni che sono state escusse, rispetto al quale c’è stata un’esplicita richiesta del giudice. Insomma, sembra difficile che una decisione possa arrivare prima dell’anno nuovo.

Il closing del 2017

Riavvolgere il nastro, comunque, può aiutare a capire meglio quello che sta succedendo oggi. Tutto parte nel 2017 con lo storico closing che, dopo anni di trionfi anche planetari, ha portato il Milan da Silvio Berlusconi a Yonghong Li. Un affare che si conclude però solo grazie al prestito da 303 milioni di euro a tassi da capogiro (oscillanti tra il 7,7 e l’11,5%) del fondo Elliott. Al prestito erano legate una serie di vincoli e di obblighi di rientro molto stringenti che infatti l’uomo d’affari cinese non è riuscito a rispettare facendo scattare l’escussione del pegno a favore dell’hedge fund americano. Siamo nel 2018. Quattro anni dopo, a fine aprile 2022, Mister Li decide di rivolgersi al tribunale lussemburghese contestando proprio quell’operazione, l’esecuzione del pegno a causa del mancato aumento di capitale da 32,3 milioni legato al prestito di Elliott, e ottiene qualche settimana dopo il congelamento di 364 milioni del fondo di Gordon Singer.

Nell’affare Milan tra caparre, soldi versati al momento del closing e versamenti di aumenti di capitale, Li ha messo sul piatto poco meno di 400 milioni di euro. Ora sta provando a rientrare, anche solo in parte, di quanto investito in una delle operazioni più incredibili della recente cronaca finanziaria.  

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