Rete Tim: fino al 18 aprile per migliorare offerte Kkr e Cdp - V&A
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Rete Tim, offerte di Kkr e Cdp insufficienti. Tempo fino al 18 aprile per migliorarle

Dopo il no a Kkr, il cda respinge l'offerta di Cassa e concede un mese per migliorare le proposte. Saranno accessibili altri dati del gruppo Rete Tim, offerte di Kkr e Cdp insufficienti. Tempo fino al 18 aprile per migliorarle PIETRO LABRIOLA AD TELECOM
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

No anche a Cdp

Il Cda di Tim, che è ancora in corso, ha rimandato al mittente anche la seconda offerta ricevuta per la rete e Sparkle. Dopo il no a Kkr è arrivata la stessa risposta anche per il consorzio (peraltro economicamente le due offerte sono praticamente equivalenti, intorno ai 20 miliardi) formato da Cassa Depositi e Prestiti e dal fondo Macquarie. Al di là delle frasi anche abbastanza di circostanza – “Il Consiglio si legge nel comunicato – ha molto apprezzato l’interesse espresso nella suddetta NBO dal Consorzio, pur considerando che la stessa – al pari della Nbo di KKR – non riflette il valore dell’asset e le aspettative di TIM” –  la vera novità è l’elemento temporale. 

Per dare ai due contendenti lo stesso periodo di tempo per studiare un rilancio, Tim ha portato al 18 aprile la deadline. “Al fine di consentire sia al Consorzio, sia a Kkr, di presentare le loro offerte migliorative in un processo competitivo definito, ha dato mandato all’ad, Pietro Labriola, affinché avvii un processo regolato, trasmettendo a entrambi gli offerenti, per il tramite dei propri advisor, una process letter che indichi: i termini a cui verrà dato loro accesso a ulteriori specifici elementi informativi, uguali per entrambi gli offerenti e le  forme attraverso le quali ciascuno di essi potrà presentare entro il termine del 18 aprile 2023 un’offerta migliorativa non vincolante”.

I punti critici

Da fine marzo – il termine indicato per Kkr – al 18 aprile, visto che l’offerta di Cdp è arrivata dopo. Che la risposta del consiglio di amministrazione di Tim a Cdp fosse negativa era dato per scontato, meno prevedibile l’allargamento dei termini che potrebbe far storcere il naso a chi sperava che l’operazione potesse avere tempi più brevi. Chiaro che ci sono due offerte da valutare, ma è altrettanto chiaro che le due offerte presentano molte criticità (Antitrust per Cdp e Golden Power per Kkr) e sono decisamente più basse rispetto alle richieste di Vivendi.

Il primo azionista che non ha più nessun rappresentante in Consiglio e che valuta non meno di 31 miliardi la rete Tim. Il punto – da quello che riferiscono fonti vicine al dossier – è cosa resterà nella SerCo. Chiaro che se – come sembra – in pancia a Tim una volta ceduta la NetCo dovessero restare più di metà del debito (12-14 miliardi) e 20 mila dipendenti (la metà dell’attuale organico), la competizione con le altre realtà della tlc – da Iliad per arrivare fino a WindTre e Vodafone – diventerebbe assai complicata. 

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