Apertura Wall Street in calo, First Republic è "spazzatura" per S&P
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In evidenzaMercati Mer 15 marzo 2023

First Republic per S&P è "spazzatura": anche Wall Street parte in rosso

Apertura di Wall Street in calo per gli indici principali. Pesano Credit Suisse e l'agenzia di rating S&P che ha declassato First Republic First Republic per S&P è "spazzatura": anche Wall Street parte in rosso
Redazione Verità&Affari
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First Republic per S&P è “spazzatura”, apertura Wall Street

First Republic affonda Wall Street in apertura, dove nelle contrattazioni che precedono l’apertura del mercato perde il 15% dopo il taglio del rating da parte di S&P. L’agenzia ha infatti tagliato il rating da A- a BB+, mettendo la banca sotto ‘creditwatch negative’, sotto osservazione con implicazioni negative. Il livello BB+ corrisponde a ‘junk’, spazzatura. Secondo l’agenzia, il rischio di una fuga dei depositi da First Republic è elevato.

Complice il downgrading e il sentiment negativo provocato dal crollo di Credit Suisse in Europa, anche Wall Street ha aperto al ribasso con rinnovati timori di una crisi bancaria. In apertura il Dow Jones perde l’1,52% a 31.669,56 punti, il Nasdaq cedel’1,11% a 11.303,80 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,38% a 3.864,63 punti.

I motivi del downgrade di First Republic

“Riteniamo che il rischio” di fuga dei depositi sia “elevato”, si legge in una nota di S& nella quale si spiega che la base dei depositi “è più concentrata rispetto alle altre grandi banche regionali americane, e questo presenta rischi” maggiori nell’attuale contesto.

La posizione di First Republic “è più debole dopo gli eventi della scorsa settimana. Riteniamo che la sua posizione risentirà della volatilità dei prezzi delle azioni e dell’attenzione dei media sulla volatilità dei depositi. Riteniamo che la sua stabilità di business sia indebolita con la percezione del mercato su un calo della sua affidabilità creditizia”, osserva S&P.

Segnali di allarme

Già nei scorsi scorsi si erano infatti manifestate forti tensioni sui titoli del settore, provocate fallimento della Silicon Valley Bank e Signature Bank, che ha costretto i Regolatori (Fed, FDIC e Tesoro USA) ad intervenire con un consistente piano di salvataggio per i depositanti e le istituzioni colpite dalla crisi. Il re degli hedge fund Ray Dalio ha affermato che “questo fallimento bancario è un canarino nella miniera di carbone“, ovvero una “dinamica dei primi segni che avrà effetti a catena nel mondo del venture capital e ben oltre”.

“In un contesto in cui la Fed è pronta a mantenere condizioni finanziarie rigide, sia a causa del mercato del lavoro sia per l’inflazione persistente, la volatilità associata a una simile situazione non è per forza una cattiva notizia – ha commentato Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac – Il recente stress del settore bancario porterà a condizioni di prestito ancora più rigide (le aziende hanno accumulato manodopera, le banche ora accumuleranno contanti) e peserà quindi sulla domanda (il che va in un certo senso a favore della Fed)”.

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