Economia, per Ernst & Young altri mesi di incertezza - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Economia/Primo piano
EconomiaPrimo piano Mar 20 dicembre 2022

Economia, per Ernst & Young altri mesi di incertezza. Pnrr cruciale per il Paese

Per Ernst & Young l'economia avrà altri mesi di incertezza. Per l'Italia rimane cruciale l'utilizzo del Pnrr Economia, per Ernst & Young altri mesi di incertezza. Pnrr cruciale per il Paese
Maurizio Cattaneo
di 
Maurizio Cattaneo

Economia ancora incerta per Ernst & Young

Ancora incertezza per i prossimi mesi con l’inflazione in lieve raffreddamento mentre si attende un  calo del Pil. Questi i dati salienti nella nuova analisi di Ernst & Young Italian macroeconomic bullettin. In particolare, dall’analisi di Ey emerge che le nuove sfide legate all’incertezza geopolitica sorte a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina si ripercuoteranno ancora negativamente sulla crescita dell’economia globale, attesa dell’1,3% nel 2023, a fronte di una crescita media del 2,7% negli ultimi 10 anni e del 3,1% nel 2022. L’inflazione ha raggiunto livelli molto elevati a livello globale, la media Ocse attesa per il 2022 è del 9,4%, contro l’1,6% del periodo 2013-2019. Il livello dei prezzi, decisamente più alto rispetto al periodo pre-pandemia, influenza negativamente le prospettive di crescita, anche a seguito della decisa reazione delle banche centrali. Il mercato energetico tra le principali sfide globali del momento: dall’inizio del 2019 a fine novembre 2022 si è registrato un aumento dei prezzi del petrolio e del gas naturale rispettivamente del 54% e del 392%, nonostante i recenti ribassi.

Le prospettive per l’Italia

Per l’Italia le previsioni di EY indicano una crescita del 3,8% nel 2022 e dello 0,6% nel 2023, mentre il tasso di inflazione passerà dall’ 8,2% del 2022 al 7,1% del 2023. La crescita economica del Paese sarà accompagnata da un mercato del lavoro in leggera espansione, con una riduzione del tasso di disoccupazione nel prossimo anno appena sotto la soglia dell’8%. Il deficit pubblico è stimato al 5% nel 2022 e 4,1% nel 2023, e il debito pubblico proseguire la sua discesa dai picchi della crisi legata alla pandemia, scendendo verso il 145% del Pil, valori comunque ancora molto alti.

I consumi restano stabili

Secondo Mario Rocco, partner Ey, “l’economia italiana ha mostrato una forte dinamicità nei primi tre trimestri del 2022, trainata soprattutto dalla domanda interna dei consumi delle famiglie e degli investimenti. Gli indicatori delineano però una prospettiva incerta per il trimestre in corso e per quelli successivi, come conseguenza dell’elevata inflazione e del suo effetto sul reddito disponibile reale delle famiglie e sui costi delle imprese.  I consumi sono attesi rimanere stabili nel corso del 2023 e le esportazioni, anche se in rallentamento, torneranno ad apportare un contributo netto positivo alla crescita. Per quanto riguarda gli investimenti, saranno in crescita ma stimiamo un rallentamento a causa di un quadro economico più debole e incerto e a tassi d’interesse più elevati; il Pnrr giocherà un ruolo fondamentale perché il Pil si mantenga su un sentiero di crescita”.

Condividi articolo