Anche i paperoni della finanza sbagliano, i loro guadagni nell’ultimo anno
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Investimenti Ven 03 giugno 2022

Anche i paperoni della finanza sbagliano, i loro guadagni nell’ultimo anno

Un’indagine di Investing.com, che ha analizzato il portafoglio di alcuni degli uomini più ricchi del pianeta. Anche i paperoni della finanza sbagliano, i loro guadagni nell’ultimo anno
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

La classifica dei migliori e peggiori investitori

Anche i ricchi piangono. O per lo meno non sorridono affatto. Soprattutto se guardano i rendimenti delle loro azioni nell’ultimo anno. Lo rivela un’indagine di Investing.com, che ha analizzato il portafoglio di alcuni degli uomini più ricchi del pianeta. Si tratta di imprenditori, di manager molto noti, ma soprattutto di grandi investitori di borsa. Che sono spesso considerati un modello nel mondo della finanza. Eppure, complice la guerra e lo scivolone del Nasdaq, il loro conto ha fatto segnare, in alcuni casi, un negativo pesante, fino a vedersi dimezzato la metà del capitale. Controprova che sui mercati non c’è mai nulla di certo e che le previsioni, spesso, restano solo tali. Investing ha analizzato il portafogli ad un anno di 16 miliardari, vedendo anche il numero di titoli presenti. Il risultato è una classifica dei tre migliori e dei tre peggiori paperoni. E se teniamo in considerazione l’andamento dei principali indici mondali, le sorprese non mancano. Anzi, si scopre che probabilmente alcuni di loro avrebbero fatto prima a replicare direttamente il listino, invece che di fare di testa loro.

Gli indici mondali

L’Msci world, ad esempio, che raggruppa alcuni dei maggiori titoli a livello mondiale, ha fatto segnare il -3,18%. L’S&P 500, di cui fanno parte le aziende americane a più alta capitalizzazione, ha segnato in un anno il -3,09%. Il Nasdaq, che raggruppa i titoli tecnologici americani, in 12 mesi ha visto una flessione del -8,24%. Ma Chase Coleman si è portato a casa sugli investimenti addirittura una perdita momentanea del -39.2%. Il manager americano, fondatore di Tiger Global Management, è stato uno dei primi a credere con il suo hedge fund in Facebook e LinkedIn. Il suo patrimonio netto nell’ottobre 2021 era stato stimato in 10,3 miliardi di dollari. Probabilmente ora ha dovuto rinunciare ad una bella fetta. Ad essere andato male, nell’ultimo anno, è stato anche Stephen Mandel, che ha perso il -24.8%. Il finanziarie nel 1997 aveva fondato Lone Pine Capital e secondo Forbes era uno dei 40 gestori con i guadagni più alti. Ad ottobre il suo patrimonio netto era di 3,9 miliardi di dollari. Non sorride nemmeno Nelson Peltz, che ha dovuto arrendersi ad un -18.3%. Il presidente non esecutivo di Wendy’s Company , Sysco , The Madison Square Garden Company e Unilever, che sognava da ragazzo di fare il maestro di sci, lo scorso anno aveva un patrimonio netto stimato di 1,7 miliardi di dollari.

La classifica dei migliori

Altri paperoni non hanno brillato, ma hanno fatto, comunque, meglio del mercato. Tra questi Carl Icahn, noto per terrorizzare i consigli di amministrazione di Wall Street con le sue incursioni, che ha totalizzato in un anno un +12.4%. Al secondo posto della classifica tra i miliardari che hanno fatto meglio c’è Warren Buffett con un +13.3%, considerato tra i più grandi investitori di sempre. A vincere, infine, questa competizione virtuale è David Tepper , che ha registrato una performance del +15.5%. Appassionato di football è il presidente del fondo Appaloosa Management. Ha un patrimonio di 16,7 miliardi, che dovrà essere rivisto probabilmente all’insù.

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
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