La maledizione del Ftse Mib, la vetta inviolabile di Piazza Affari
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Mercati/Approfondimenti
ApprofondimentiMercati Mar 14 marzo 2023

La maledizione del Ftse Mib, la vetta inviolabile di Milano

L’Everest del Ftse Mib della Borsa di Milano è collocato sulla vetta di 44.305 punti toccata nel maggio 2007. La maledizione del Ftse Mib, la vetta inviolabile di Milano
Nino Sunseri
di 
Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Cosa succede alla Borsa di Milano

Quota 28 mila dell’indice Ftse Mib. Negli ultimi tre anni ha tentato diverse volte di superare l’ostacolo e sempre è stato fermato dall’arrivo di un cigno nero. E che cigno. Una autentica maledizione biblica. Più simile, per la verità, a tre dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: la Pestilenza (Cavallo Verdastro) con il Covid nel marzo 2020. Poi la Guerra (Cavallo Bianco) con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia (febbraio 2022) e infine la Carestia (Cavallo Nero) sotto forma della crisi che ha colpito Svb e le banchette americane  svuotandole del loro patrimonio. All’appello manca solo il Cavallo Rosso (Violenza e Stragi) e dobbiamo sperare che non arrivi mai.

Una quota irraggiungibile 

Al netto di  immagini così piene di misticismo non si può non notare che quota 28 mila resta una cima imprendibile per il gruppetto delle 40 blue chips che rappresentano l’eccellenza del mercato finanziario italiano. A guardare bene il principale indice della Borsa di Milano dopo la sberla del Covid che l’aveva fatto precipitare verso quota 16 mila viaggia in un ampio canale fra quota 23 mila e quota 28 mila che era stata superata per la prima, e unica volta, alla fine di gennaio 2022 (28.215 punti). Due settimane dopo Putin scatenava l’offensiva in Ucraina provocando l’annata peggiore per i mercati finanziari dalla fine della conflitto mondiale. L’anno scorso infatti è andato giù tutto: azioni, obbligazioni,  oro. Solo il dollaro è riuscito a cavarsela. Il biglietto verde, infatti, è diventato il vero investimento rifugio soppiantando il metallo giallo.

All’inizio di quest’anno era cominciata la lente ripresa che alla fine di febbraio aveva portato Piazza Affari ad azzerare, sostanzialmente la perdita del 2022. Una volta arrivato a pizzicare quota 28 mila è stato fermato. Il Cavallo Nero scatenato dal crack delle banchette Usa lo ha fatto precipitare verso in direzione 25 mila punti. Se non dovesse tenere  questa soglia si aprirebbe il baratro in direzione 23 mila punti.

La vetta del Ftse Mib

Gli ottimisti però sperano che il carosello dei Cavalieri dell’Apocalisse sia finito e l’indice possa riprendere a salire. Dovesse finalmente violare la soglia incantata a 28 mila potrebbe spingersi fino a 32 mila punti. Un sogno, in questo momento ma non certo un record. L’Everest del Ftse Mib, infatti, è collocato sulla vetta di 44.305 punti toccata nel maggio 2007. Vale dire poche settimane prima che esplodesse la bolla dei mutui subprime e successivamente il crack di Lehman a conferma che gli uragani sui mercati hanno sempre origine a Wall Street.

Da quel giorno l’indice si è lentamente sgretolato toccando il minimo storico a 12.295 punti nel giugno 2012 quando l’euro sembrava dovesse diventare carta straccia. Il 26 luglio successivo il “Whatever ita takes” pronunciato da Mario Draghi aveva fermato la dissoluzione della moneta unica. E’ cominciato così il  saliscendi di dieci anni inseguendo quota 28 mila. Per poi magari tornare a 44 mila (ma chissà quando) Con il sogno proibito  di 50108 punti raggiunto negli anni ’80. Ma quello è un altro film e anche l’indice aveva un altro nome: si chiamava Mib 30.

Condividi articolo