Le 4 streghe colpiscono ancora, l’analisi della settimana in Borsa
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Mercati Sab 17 settembre 2022

Le Quattro streghe colpiscono ancora, l’analisi della settimana in Borsa

Milano si salva grazie alle banche in una settimana negativa segnata dall'inflazione Usa superiore alle attese e da quella europea. Le Quattro streghe colpiscono ancora, l’analisi della settimana in Borsa
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

L’andamento della settimana in Borsa

Milano si salva grazie alle banche in una settimana negativa segnata dall’inflazione Usa superiore alle attese e da quella europea che non vuole scendere. La giornata peggiore è stata quella di venerdì contraddistinta dall’appuntamento con le “Quattro streghe”. Cioè il giorno in cui scadono contemporaneamente quattro tipologie di contratti di finanza strutturata: futures su indici, opzioni su indici, futures su singoli titoli e opzioni su singoli titoli. Gli aggiustamenti di portafoglio accrescono la volatilità dei mercati. Rispetto al venerdì di una settimana fa Milano ha registrato un +0,1% sostenuta dalle banche e dalle assicurazioni il cui peso sull’indice sfiora il 40%.

Invece Francoforte ha perso il 2,7%, Parigi il 2,2%, Londra l’1,6% e Amsterdam il 3,1%. Madrid ha limitato i danni, con un calo dello 0,6%. A Piazza Affari, le migliori performance della settimana sono tutte appannaggio delle banche: Bper +8,9%, Banco Bpm +7,4%, Finecobank +7,3%, Intesa Sanpaolo +4,5% e Unicredit +3,3%. Il tonfo di venerdì ha invece segnato la settimana di Tim (-7,2%), che chiude con il peggior calo all’interno del segmento principale, seguita da A2A (-5,4%), Interpump (-5,1%) e Diasorin (-5%).

Ma le Borse non guardano al passato. L’unica dimensione che conoscono è quella del futuro. Ecco allora che diventa importante darsi un orizzonte temporale negli investimenti ed essere disciplinati. Se l’orizzonte è a 12 mesi, settembre 2023, da qui in avanti i rialzi saranno solo l’occasione per vendere. Fra 12 mesi infatti, l’America sarà molto probabilmente in recessione e la Fed non avrà ancora iniziato a tagliare i tassi (se non nel caso in cui la recessione sia particolarmente seria). Se invece l’orizzonte è a 24 mesi sono da comprare (con calma) i ribassi. Nel settembre 2024, con l’inflazione ridimensionata, l’economia in ripresa e le presidenziali americane imminenti, borse e bond saranno più in alto di dove si trovano adesso.

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