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In evidenzaPersonaggi Mer 06 dicembre 2023

Dalla Svizzera a Dubai, nuovo arresto per il "fuggitivo" Danilo Coppola

Da perseguitato a latitante, l'ex Furbetto del quartierino finisce nuovamente in carcere negli Emirati Arabi Dalla Svizzera a Dubai, nuovo arresto per il "fuggitivo" Danilo Coppola DANILO COPPOLA
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Nuovo arresto per Coppola

“Perseguitato”, “fuggitivo” o più semplicemente latitante. Danilo Coppola è stato arrestato dalle autorità degli Emirati Arabi.  Evidentemente ritenendo che la definizione corretta per l’ex immobiliarista, già protagonista della stagione dei Furbetti del quartierino, fosse la terza. Dallo scorso anno “latitante” era anche il suo status nei confronti della giustizia italiana. Il primo luglio del 2022 è arrivati infatti la condanna definitiva a 7 anni di carcere per la vicenda di Porta Vittoria, lo sviluppo immobiliare milanese che fino al fallimento di Porta Vittoria spa era stato proprio di Coppola. Durante un’udienza del processo, nel 2018, si era messo a piangere davanti ai giudici. 

L’indagine per tentata estorsione

Nel marzo precedente era stato il destinatario di un altro ordine di cattura delle autorità italiane. Questa volta per l’ipotesi di tentata estorsione ai danni di Prelios, nuova proprietaria dell’area di Porta Vittoria. Il provvedimento della magistratura lo aveva raggiunto in Svizzera. Ma la magistratura elvetica non ha concesso l’estradizione perché il reato contestato a Coppola non prevede il carcere nell’ordinamento svizzero. In quel periodo, dalla Svizzera, l’uomo d’affari pubblicava video attaccando i pm che indagavano su di lui. 

Il primo arresto nel 2007

La definizione (autoattribuita) di perseguitato arriva però da lontanissimo. Il primo arresto dell’uomo d’affari risale infatti al 2007, al culmine della stagione dei furbetti. Coppola, soprannominato Er cash, da Borgata Finocchio era salito alla ribalta delle cronache finanziarie con le scalate bancarie del 2005 e in breve tempo aveva accumulato partecipazioni azionarie, immobili di lusso, yacht e aereo privato, un Falcon 300 che disse però di non amare troppo. Un servizio fotografico di quel periodo lo ritraeva trionfante all’interno della cupola del Lingotto, a Torino. Parte del patrimonio della Ipi che aveva strappato pochi mesi prima con un rilancio dell’ultimo minuto a un altro dei furbetti, Stefano Ricucci. La procura di Roma gli contestava di aver distratto circa 300 milioni da una serie di società, la sua Micop finisce in fallimento e Coppola resta in isolamento per più di cento giorni. Lui fa lo sciopero della fame e si rende protagonista di un goffo tentativo di evasione. Dopo la condanna in primo grado a sei anni, il fallimento della Micop viene revocato e la Cassazione lo proscioglie dall’accusa di bancarotta.

La condanna definitiva per Porta Vittoria

Nel 2016, sempre a Roma, arriva un’altra condanna per bancarotta, questa volta a nove anni. Nel maggio dello stesso viene arrestato per la vicenda di Porta Vittoria, stavolta dalla procura di Milano. 

L’ex immobiliarista diventa così perseguitato dalla giustizia e infine fuggitivo, prima in Svizzera e poi a Dubai. Dove però le autorità locali, non sempre collaborative, hanno deciso di dare riscontro al mandato di cattura internazionale emesso a suo carico nell’agosto scorso. E per Er cash si sono aperte di nuovo le porte del carcere. 

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