D'Alema a lezione da Storace per riconoscere i falsi amici
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Politica Ven 18 novembre 2022

Quando D'Alema andò a lezione da Storace per riconoscere i falsi amici

Massimo D'Alema ricorda la "piccola lezione di sociologia" che gli diede Francesco Storace dopo la vittoria del centrosinistra nel 1996. Quando D'Alema andò a lezione da Storace per riconoscere i falsi amici MARIO BALDASSARRI FRANCESCO STORACE MASSIMO D'ALEMA ROSELLA SENSI
Alessandro Giorgiutti
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Alessandro Giorgiutti

Nato a Udine nel 1978, ha lavorato vari anni a Libero con una breve parentesi al Giornale.

La lezione di Storace a D’Alema

La definisce “una piccola lezione di sociologia della borghesia italiana, sempre utile da tenere in tasca”. Massimo D’Alema ha ricordato ieri, presentando a Napoli l’ultimo libro di Goffredo Bettini (A sinistra da capo, PeperFirst), quanto gli disse Francesco Storace nel lontano 1996, dopo che il centrosinistra aveva vinto le elezioni.

I due, divisi dalla politica, sono uniti dalla fede calcistica. E infatti l’aneddoto è ambientato allo stadio Olimpico, dove entrambi si recavano volentieri per seguire la Roma. Storace, dice D’Alema, “lo si direbbe fascista, tanto non si offende, però simpatico”. In quella circostanza lo avvicinò e -racconta l’ex premier – mi disse: “Ora ti do l’elenco di quelli che verranno da te, ti abbracceranno e ti diranno con le lacrime agli occhi ‘finalmente abbiamo vinto’. Sono gli stessi che sono venuti da noi“.

D’Alema, che due anni dopo quella vittoria elettorale arrivò a Palazzo Chigi, aggiunge di non aver mai dimenticato quella lezione: “L’ho sempre tenuta a mente, perché quando sei all’opposizione vengono meno persone a trovarti”. Un concetto ribaditogli più tardi, anche se in una situazione più drammatica, dall’attuale presidente brasiliano, Lula: “Quando sono andato a trovarlo in prigione, mi ha detto: “Io mi ricorderò tutti quelli che sono venuti a Plan alto – al palazzo presidenziale – e anche quelli che sono venuti a trovarmi qui. Ma questi me li ricorderò meglio, perché sono stati di meno”.

D’Alema ha quindi invitato il Pd ad approfittare dell’opposizione: “Può essere una buona occasione, un esercizio utile” anche per liberarsi dal “conformismo di quelli che vengono da te solo perché sei al governo”. Certo, però, non ci si deve affezionare al ruolo di opposizione: “Un partito che sta sempre all’opposizione è come una persona che non fa mai all’amore, a un certo punto le vengono i brufoli”, ha celiato.

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