Eurovita, pressing sulle banche collocatrici per il salvataggio
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Primo pianoRisparmio Ven 17 marzo 2023

Eurovita, pressing sulle banche collocatrici. L'alternativa è l'amministrazione straordinaria

Le reti di distribuzione hanno approfittato per anni dell'aggressiva politica commerciale Eurovita. L'ipotesi per il salvataggio. Eurovita, pressing sulle banche collocatrici. L'alternativa è l'amministrazione straordinaria
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Per Eurovita salvataggio delle banche o amministrazione straordinaria

Sono concentrati nelle regioni più ricche del Nord Italia gli sportelli bancari che hanno venduto le polizze Eurovita ai propri clienti. Oltre 60 banche e reti di promotori, dalle piccole Bcc a grandi gruppi come Fineco e Fideuram, che grazie alle ricche commissioni hanno piazzato per anni le polizze. E che adesso potrebbero essere chiamate al salvataggio della compagnia commissariata dall’Ivass. L’alternativa al salvataggio, secondo quanto ricostruito, è d’altra parte l’amministrazione straordinaria. Un provvedimento che non avrebbe precedenti nella storia delle assicurazioni italiane, anche alla luce i numeri di Eurovita: 353 mila clienti e 15,3 miliardi di asset in gestione.

Dove sono state vendute le polizze

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Nel 2020 i prodotti della compagnia erano distribuiti attraverso 667 agenzie in Veneto, 519 in Emilia Romagna, 233 in Piemonte e 207 in Toscana. Un numero minore in Lombardia, 124. Dove però Eurovita poteva contare su 28 agenzie e broker. Presenza capillare della rete di vendita anche in Friuli (124 sportelli bancari e 2 agenzie) e in Trentino Alto Adige (73 sportelli e 2 agenzie). Nel Centro-Sud spicca la Sicilia con 135 sportelli e 8 agenzie, seguita dal Lazio con 68 sportelli e 12 agenzie. 

E da quali banche e reti di promotori

Le grandi reti di consulenti sono quelle di Fineco, Credem, Fideuram (Intesa Sanpaolo), IwBank, Banca Euromobiliare, Bnl (Bnp Paribas), Widiba (Mps). Tra le reti più piccole l’altoatesina Sparkasse, le Bcc del Veneto e della Toscana attraverso le rispettive società assicurative. E una serie di Casse di risparmio e banche popolari come la CariCento, CariVolterra, Popolare di Puglia e Basilicata.  

Le proteste dei clienti

La leva per convincere gli istituti coinvolti all’intervento “di sistema” è quella dei rischi reputazionali. Già messi in luce da un report di Moody’s. Alcune delle banche coinvolte hanno dichiarato la disponibilità a interventi “di protezione” dei propri clienti. Anche con anticipi di liquidità per far fronte al blocco dei riscatti delle polizze a fronte di esigenze specifiche. Ma a Verità&Affari sono arrivate segnalazioni di risparmiatori sulla difficoltà di avere informazioni e sul ritardo delle comunicazioni.

E alcuni casi nei quali alle promesse non hanno fatto seguito le azioni concrete. Tra questi una coppia di pensionati con una polizza da 1 milione di euro, che ha chiesto alla propria banca un anticipo di liquidità per un intervento di ristrutturazione immobiliare. A fronte del rilascio di una garanzia, oltre che sulla polizza congelata, anche sull’immobile stesso. Richiesta alla quale però la banca ha risposto negativamente

Le commissioni di retrocessione

Eppure, proprio le reti di distribuzione hanno approfittato per anni dell’aggressiva politica commerciale di Eurovita. Secondo una dettagliata inchiesta pubblicata da Citywire, la compagnia aveva commissioni di retrocessione che per alcuni prodotti arrivavano a sfiorare l’80% sul totale delle commissioni legate alla polizza. 

I rilievi dell’Ivass

Un tema quello delle retrocessioni che è stato attenzionato anche dall’Ivass. Che nelle sue ispezioni ha rilevato come a fronte delle elevate commissioni retrocesse alle reti la compagnia avesse comunque un Solvency II ratio sensibilmente inferiore alla media del settore. L’ultimo dato pubblico (fine 2021) indica per Eurovita il Solvency II ratio al 134%. Contro una media del settore in Italia al 230%.

Segnalazioni: dlqf.whistlelink.com

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