Vodafone indicizza le tariffe al carovita in Spagna. E in Italia?
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Tech Gio 01 settembre 2022

Vodafone indicizza le tariffe al carovita in Spagna. E in Italia?

Al momento, l’indicizzazione delle tariffe di Vodafone riguarderebbe solo la filiale spagnola, ma gli analisti non escludono l'Italia Vodafone indicizza le tariffe al carovita in Spagna. E in Italia? SEDE AZIENDA TELEFONICA VODAFONE
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Le nuove tariffe di Vodafone

Anche gli operatori di telefonia mobile vorrebbero aumentare le tariffe per seguire la spinta inflazionistica del periodo. Secondo il quotidiano economico spagnolo Expansion, Vodafone, che nel Paese è il terzo operatore, avrebbe già inviato ai clienti una lettera dove è espressa l’intenzione di voler aggiornare i prezzi ogni trimestre a partire dal 2023. La mossa dell’operatore potrebbe influire sulle strategie commerciali dei rivali e cambiare radicalmente l’attuale dinamica deflazionistica del settore delle telecomunicazioni, all’estero come in Italia.

La scelta di Vodafone sulle tariffe

Al momento, l’indicizzazione riguarderebbe solo la filiale spagnola, ma gli analisti non escludono che Vodafone possa replicare la strategia anche in Italia, dove l’indice dei prezzi al consumo a luglio ha raggiunto il 7,8%. «Sarà interessante vedere come si comporteranno i principali concorrenti – ha spiegato Mediobanca Securities -è qualcosa che potrebbe rappresentare un’inversione di marcia per il trend deflazionistico del settore in Europa, trainato da anni di intensa concorrenza».

In Italia l’ad di Tim Pietro Labriola ha infatti già chiesto di collegare le tariffe all’ingrosso praticate dagli operatori di rete all’inflazione. Non c’è dubbio che la mossa produrrebbe un effetto a catena anche sulle tariffe al dettaglio. Del resto è stato proprio per questo motivo che Tim ha fatto saltare la delibera già approvata dall’Agcom sulla richiesta di coinvestimento per la sua rete in fibra. A giugno, quando comunque il caro benzina era già una realtà, Tim aveva modificato la proposta di impegni di coinvestimento sulle reti ad altissima capacità con la previsione di un meccanismo di indicizzazione dei prezzi, per tener conto dell’inflazione. E quindi l’iter è ricominciato costringendo Agcom a ritirare il provvedimento approvato con il vecchio schema lo scorso 7 aprile e già inviato all’esame della Commissione Ue.

Il fatto aveva poi spinto Wind Tre a mandare una missiva all’Agcom per chiedere che le tariffe dei cellulari, del telefono fisso e di Internet siano agganciate all’inflazione. Proprio come spera di fare Vodafone in Spagna. Da sottolineare che il recupero dell’inflazione non sarebbe al 100% ma sarebbe più alta per quegli operatori che investono di più in nuove tecnologie. E meno consistente per quelli che investono meno. Ovviamente ci vorrebbe anche un effetto contrario: ossia in caso di raffreddamento dei prezzi le tariffe dovrebbero scendere. Insomma un meccanismo complesso che dovrebbe prevedere, ovviamente, anche un organismo di controllo come già avviene per l’elettricità nel mercato regolamentato, meccanismo che dovrebbe essere superato completamente dalle offerte sul mercato libero.

Dunque un bel rebus per i regolatori e anche per i consumatori dato che, come già avviene per il prezzo della benzina, l’ascesa è fulminea alle prime avvisaglie di aumento del petrolio, mentre la discesa è lenta e, spesso, impercettibile. Ovvio che se la linea di Tim per l’affitto della rete fissa in fibra e in rame dovesse prevalere anche in Italia si potrebbe innescare un meccanismo simile.

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