Il piano di Merlyn per Tim: vendita della Rete e via dal Brasile
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

AperturaTlc Mer 20 marzo 2024

Il piano alternativo di Merlyn per Tim: vendita della Rete e via dal Brasile

Il fondo Merlyn, fondato nel 2018 da Alessandro Barnaba e altri investitori sta preparando una lista alternativa e un piano radicale. Il piano alternativo di Merlyn per Tim: vendita della Rete e via dal Brasile La sede di Rozzano (Milano) di Tim
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari
Se una Tim senza rete ma sempre con 7,5 miliardi di euro di debito viene considerata non sostenibile dagli analisti, il fondo Merlyn, fondato nel 2018 da Alessandro Barnaba e altri investitori  che ha dichiarato di avere lo 0,53% di Telecom, sta preparando una lista alternativa e un piano radicale. “Abbiamo una lista di candidati con cui entrare a far parte del consiglio – dice Barnaba -. La nostra priorità è vendere la rete fissa di Telecom con successo a Kkr il prima possibile, si spera entro l’estate 2024, come attualmente pianificato. E poi per eliminare qualsiasi rischio finanziario e avere le risorse da investire nel business dedicato a Imprese e Pubblica Amministrazione, dove Tim ha un vantaggio competitivo e può diventare leader europeo, venderemo anche business privi di questi vantaggi (ossia il business retail fisso e mobile) e attività non core (Tim Brasil)”.
 
Insomma un piano radicale che lascerebbero solo una TechCo, ossia una società di tecnologia e infrastrutture al servizio delle imprese e della pubblica amministrazione. Un piano che potrebbe fare la felicità di Iliad che potrebbe acquisire le attività fisse e mobili di Tim e comunque di tutti i gestori italiani in quanto  quelli infrastrutturati passerebbero da 4 a 3. Il nuovo  piano di Merlyn, che potrebbe indicare Stefano Siragusa come ad, è praticamente  quasi il contrario di quello  presentato ad inizio ottobre che suggeriva di mantenere la rete all’interno del Gruppo e cedere invece tutte le altre attività tranne Tim Enterprise.  Per presentare una nuova lista c’è tempo fino al 27 marzo e ci sarebbero altri fondi e investitori sarebbero in manovra tra questi figurano la Bluebell di Giuseppe Bivona e una cordata di imprenditori lombardi guidati da Francesco De Leo con Galeazzo Pecori Giraldi.

Secondo un repentino cambiamento di management in Tim in una fase così delicata per il Gruppo potrebbe comportare rischi significativi per il titolo. “Questo è particolarmente vero- dicono gli analisti- considerando la necessità non solo di completare la cessione di NetCo ma anche di garantire piena execution sia sul liability management su determinati bond emessi da Tim (processo che dovrebbe partire tra aprile e maggio) che sul transaction period per il trasferimento dei singoli asset che comincerà a valle del closing (atteso tra giugno e agosto) e potrebbe durare alcuni mesi. In questo senso non ci sembrano sufficienti le rassicurazioni di Merlyn sul fatto che non si opporranno alla cessione della rete in caso di vittoria al voto in assemblea  del 23 aprile”.

Sempre secondo alcune analisi indipendentemente dall’esito dell’assemblea, che sarà fortemente influenzato dalla partecipazione al voto dei fondi istituzionali e dal numero di liste presentate, è molto probabile che Pietro Labriola e Gorno Tempini (presidente di Cdp), indicati tra i primi 3 nomi nella lista del Cda uscente, saranno comunque confermati nel nuovo Cda, o come consiglieri di maggioranza o di minoranza. E anche nel caso in cui la lista del cda non dovesse affermarsi, il mercato potrebbe valutare positivamente un gesto di responsabilità da parte del nuovo consiglio per confermare Labriola come ad ad interim. Questo garantirebbe un periodo di 6-12 mesi durante il quale Labriola potrebbe dedicarsi al disbrigo degli affari correnti, assicurare una transizione senza intoppi e preparare il passaggio di consegne al futuro nuovo management.

 
Condividi articolo