Anpit, l'instabilità istituzionale pesa sull'economia. Ecco quanto
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AperturaGoverno Ven 02 febbraio 2024

Anpit, l'instabilità istituzionale pesa sull'economia. Ecco quanto

Secondo gli esperti, in dieci anni l'instabilità di governo è costata 200 miliardi, circa 8 volte l'ultima manovra e quanto tutti i fondi Pnrr Anpit, l'instabilità istituzionale pesa sull'economia. Ecco quanto
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

L’Italia paga un prezzo molto alto per l’instabilità istituzionale. Duecento miliardi di maggiori debiti, pari ad otto volte l’ultima manovra. Non solo: 630 miliardi di ricchezza non prodotta e quasi tre milioni di posti di lavoro in meno. E’ il conto fatto da Anpit-Azienda Italia, in collaborazione con il suo centro studi Articolo 46. Nell’analisi, gli esperti hanno stimato le conseguenze economiche dell’instabilità istituzionale negli ultimi 10 anni, dal 2012 al 2022. Un periodo in cui si sono succeduti ben 7 governi, in media un governo ogni 17 mesi. 

“L’effetto favorevole di qualsivoglia politica economica attuata dai governi in carica, è risultato sovente inficiato dalla manchevole stabilità politica — causata da crisi di governo e prematuro termine delle legislature — che ha caratterizzato la vita istituzionale dell’Italia dalla nascita della Repubblica ai giorni nostri (67 esecutivi e 19 legislature in 77 anni)”spiegano gli esperti nello studio.

Federico Iadicicco, presidente di Anpit

Il legame diretto fra incertezza istituzionale e economia

“L’analisi del nostro centro studi conferma che esiste un nesso diretto tra stabilità politica e crescita economica” ha spiegato il presidente di Anpit Federico Iadicicco. “I numeri ci illustrano come questa instabilità politica abbia impattato sui dati economici: 200 miliardi di maggiori oneri finanziari sul debito pubblico, più o meno l’equivalente delle risorse del Pnrr; e anche 630 miliardi di ricchezza prodotta in meno che si traduce in 2,9 milioni di posti di lavoro mancanti e 58 miliardi di salari non erogati. Tale instabilità politica produce continui cambiamenti normativi soprattutto in materia di lavoro e di impresa, determinando l’impossibilità per gli imprenditori di programmare investimenti futuri” ha sottolineato Iadicicco.

L’economia ha bisogno di stabilità

“I nostri dati confermano la necessità di un intervento di riforma istituzionale che vada nella direzione della governabilità e quindi dell’elezione diretta del presidente del consiglio. Rispetto alla proposta del governo riteniamo che si debba ancorare la legge elettorale a doppio turno con un premio di maggioranza al 55% per tenere assieme rappresentatività e governabilità – ha aggiunto Iadicicco – che il PdC eletto non ha bisogno del voto di fiducia al momento dell’insediamento. In caso di sfiducia, nel corso della legislatura, è necessario tornare alle elezioni, salvo nel caso in cui si elegga anche il vice presidente del consiglio con possibilità di subentro nei soli casi di decesso o impedimento permanente del Presidente”.

La proposta di riforma costituzionale di Anpit

Per l’associazione degli imprenditori, la ricetta per rendere i governi più stabili passa non solo per l’elezione diretta del presidente del consiglio per la durata di 5 anni, ma anche per un potere di nomina e revoca dei ministri da parte del presidente del consiglio, oltre che per l’inserimento in Costituzione del vicepresidente del consiglio, eletto in accoppiata con il candidato presidente e con possibilità di subentro nei soli casi di decesso o impedimento permanente del primo.

A queste previsioni andrebbero poi aggiunte l’ obbligo di scioglimento delle camere in caso di dimissioni del presidente del consiglio e/o sfiducia delle amere e l’ inserimento in Costituzione di un sistema elettorale a doppio turno disciplinato da legge ordinaria che garantisca la maggioranza assoluta in entrambe le Camere con premio di maggioranza al 55%.

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