Strategia: l'indice dopo quindici anni a quota 28000. E ora?
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AperturaMercati Mer 05 luglio 2023

Strategia: quota 28 mila dell'indice è stata superata. E ora?

L'indice Ftse Mib ha raggiunto la soglia di 28 mila punti che non vedeva dal 2008. Le banche centrali fermeranno il rialzo Strategia: quota 28 mila dell'indice  è stata superata. E ora?
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Il parere degli analisti dopo il traguardo che mancava da quindici anni

 

Websim: Abbiamo di recente aggiornato le nostre previsioni per i tassi di interesse e le materie prime: il nostro scenario base prevede una recessione economica nel quarto trimestre o all’inizio del 2024. Si  prevede che attenuerà l’andamento degli utili e ridurrà le pressioni inflazionistiche e i tassi di interesse reali. Se questo scenario si materializza, la nostra preferenza è per le utility, i consumatori resilienti e ben posizionati nel settore del lusso e una selezione di titoli industriali e finanziari che ci piacciono. A breve termine, è ancora possibile un periodo di presa di profitto legato a questioni di liquidità, mentre ci si aspetta che gli utili sostengano le azioni bancarie.

Mai andare contro il mercato

Alberto Tocchio, Head of European Equity and Thematics di Kairos scrive su Market Flash: La fase di consolidamento è durata solo una settimana. Il mercato è sempre più  al rialzo  nonostante le diverse variabili in gioco. Difficile andargli contro. Sia la statistica sia le dinamiche sottostanti sembrano fornire benzina per salire. Vale comunque la pena di analizzare tutti gli spunti a disposizione per capire che le Banche Centrali, a meno di una forte decrescita economica, non cambieranno messaggio. Ma le due cose sono sempre più legate e sarà proprio la recessione a fare probabilmente quell’ultimo sforzo per fare tornare l’inflazione vicino ai loro target. Possiamo quindi concludere che il sentiment di mercato è ora fin troppo ottimista. Questo ce lo ricordano tutte le statistiche. Dal canto loro i tassi in USA salgono perché il mercato si auto-aggiusta incrementando i rendimenti per digerire meglio i 1000mld $ di nuove emissioni che il governo sta iniziando ad emettere; per non parlare della massa monetaria che sta continuando a contrarsi velocemente sia in Europa che US con il credito per il settore privato, canale cruciale per l’economia reale, che sta ulteriormente scendendo.

Meglio stare alla finestra

Equita Sim in un contesto macro che resta fragile mantiene il suo posizionamento NEUTRALE sull’azionario, privilegiando i titoli di qualità rispetto ai ciclici.  Gli esperti ricordano anche che i mercati azionari globali hanno chiuso in rialzo a giugno nonostante i dati macro, soprattutto in Ue, che hanno deluso le aspettative sia sul settore dei servizi che in quello manifatturiero, e in un contesto in cui i segnali di deterioramento del ciclo del credito stanno aumentando. Tuttavia, la flessione dell’economia si sta materializzando più lentamente del previsto (grazie a una maggiore tenuta del mercato del lavoro), gli stress test delle BANCHE Usa non hanno mostrato sorprese negative, e probabilmente, c’è stato un aumento del posizionamento per la paura di essere esclusi in una fase rialzista. Il divario di performance tra le big-caps rispetto alle mid-small è ulteriormente aumentato.

Scegliere con cura perchè c’è voglia di scendere

 Antonio Tognoli di Cfo Sim si aspetta un economia  “Al ribasso a causa dell’agire congiunto della stretta monetaria e del rallentamento dei consumi causato dall’inflazione. In questo momento non ci sembra però di vedere riflesse nelle aspettative degli utili delle imprese, tanto negli USA quanto in Europa (nonostante quest’ultima stia beneficiando di un calo dei costi energetici), la riduzione attesa dell’attività produttiva. È probabile che gli analisti aspettino di capire meglio  l’evoluzione del primo semestre dell’anno e le attese delle imprese per il secondo, prima di modificare le stime. E non detto che le stime non possano comunque rivelarsi ottimistiche. La ripresa economica a ciclo del rialzo dei tassi finito, sarà comunque lenta e non sicuramente comparabile a quella pre-pandemia. Preferiamo quindi mantenere una posizione difensiva sui mercati azionari, andando a valutare l’opportunità verso società acicliche e in grado di aumentare i prezzi finali di vendita ad un aumento dei costi di produzione”.

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