Luce e gas, ecco perché conviene restare nel mercato tutelato
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FamigliePrimo piano Mar 22 novembre 2022

Luce e gas, ecco perché conviene restare nel mercato tutelato

Luce e gas, così conviene restare nel mercato tutelato. Contratti con tariffa fissa crollati dal 64% al 5% in un anno. Luce e gas, ecco perché conviene restare nel mercato tutelato Contatori dell'elettricità
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Il mercato tutelato di luce e gas

Gli aumenti delle materie prime necessarie alla produzione di luce e gas hanno prodotto modifiche non solo tariffarie nel mercato. Infatti sono quasi sparite le offerte a prezzo fisso, privilegiando quelle a prezzo variabile. Lo spiega Eviso che tramite il sistema di analisi Nestore price, utilizzabile però solo dagli operatori, si occupa di ordinare le migliaia di offerte presenti per privati e imprese nel mercato gas e luce. Il risultato evidenzia che il numero delle offerte a prezzo fisso è crollato dal 64% a fine 2021 al 5% di oggi scendendo da circa 2mila del primo trimestre 2022, a 900 nel trimestre attuale.

Le offerte fisse rimaste hanno tariffe molto alte mentre quelle variabili sono indicizzate all’inflazione e per non finire in una trappola bisogna controllare molto bene i parametri di indicizzazione. Al momento dunque stipulare una nuova offerta luce o gas sul mercato libero è un’operazione molto complessa se si vogliono evitare brutte sorprese.

Da un’analisi presentata dall’Unione Nazionale dei consumatori risulta che il prezzo delle offerte elettriche sul mercato libero è cresciuto del 329% rispetto al mercato tutelato (+91,5%) considerando il periodo di riferimento ottobre 2021 -2022. Il costo dell’elettricità del mercato libero è cresciuto anche nel mese di settembre: +62,7%. Anche qui un aumento maggiore rispetto al tutelato, +51,9%.

Mentre la crescita del prezzo del gas, (libero + tutelato) è stato del 96,2%, ma con il tutelato che si blocca al +3,4%, anno su anno. Inoltre il gas del mercato libero è al 1° posto dei rincari mensili a settembre con +63,5%, mentre il prezzo del gas tutelato è, sul versante opposto, primo nei ribassi, ossia -18,3% rispetto ad agosto.

Con questi numeri effettuare il passaggio dal mercato tutelato al libero sarebbe al momento una follia.
Fortunatamente il governo ha spostato il termine per il passaggio dal mercato tutelato al libero dal 1 gennaio 2023 alla stessa data del 2024. Non per tutti però. «Stiamo chiedendo da tempo – ha spiegato l’Unione consumatori- che anche i condomini, le onlus e le associazioni di volontariato possano aspettare a cambiare dal tutelato al libero. Al momento però nulla è successo e dunque tra poco più di un mese, se non lo hanno già fatto, dovranno scegliere un fornitore e una tariffa nel mercato libero per l’elettricità».

Quali sono le possibilità in questo caso? Ebbene la ricerca di una tariffa elettrica nel mercato libero richiede tempo anche perché diventa fondamentale leggere bene i documenti dell’offerta e documentarsi su come viene indicizzata la quota energia. Inoltre, dice sempre l’Unione Consumatori, bisogna controllare il costo della quota di commercializzazione. Sono questi infatti i due parametri (energia e commercializzazione) che influenzano le bollette a mercato libero. C’è anche un’altra tabella che deve essere attentamente vagliata ossia quella della confrontabilità della spesa. Insomma scegliere una tariffa elettrica, per evitare di sbagliare e finire per pagare molto più del dovuto, sta diventando sempre più difficile. Quasi come la scelta di un mutuo.

Una possibilità è quella di andare sul sito di Arera, l’Autorità per l’energia, e visionare le loro tabelle di comparazione delle offerte. Secondo l’Unione Consumatori è meglio evitare i siti di comparazione perchè non sempre usano criteri omogenei. Da sottolineare invece che le tariffe applicate a chi chi aveva sottoscritto un contratto nel mercato libero per tempo sono state bloccate dal governo Draghi. Che aveva anche provveduto all’azzeramento misura che dovrebbe essere confermata. L’unione Consumatori ha chiesto di più ossia l’azzeramento dell’Iva su luce e gas, oggi al 10 e al 5%. La mossa consentirebbe risparmi certi e forse sarebbe più sicura, per rimettere soldi in tasca alle famiglie, di quella di azzerare l’Iva su pane e latte.

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