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ApprofondimentiFamiglie Gio 02 febbraio 2023

Mutui, se la Bce alza i tassi dello 0,50% noi paghiamo 35 euro in più al mese

In questi mesi il costo dei mutui a tasso fisso si è addirittura ridotto. La differenza con il variabile adesso è molto risicata Mutui, se la Bce alza i tassi dello 0,50% noi paghiamo 35 euro in più al mese
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Mezzo punto in più ci costa 34 euro al mese 

Se tutto va come la stragrande maggioranza degli analisti prevede, con la Bce pronta a ritoccare di un altro mezzo punto i tassi di interesse, a inizio marzo (il tempo che i contratti si adeguino)  ci troveremo a fare i conti con un ulteriore rialzo dei costi dei nostri mutui. Quanto? Se abbiamo un variabile – prendendo come riferimento un prestito residuo da 150 mila euro a 20 anni – l’aggravio è 34 euro al mese. Con la consapevolezza che non non finirà qui. “Se guardiamo i future relativi all’Euribor (il tasso di riferimento dei variabili) – spiega a Verità&Affari Guido Bertolino, responsabile Business Development di MutuiSupermarket – già a marzo è previsto un aumento dal 2,5 al 3% (il rialzo di mezzo punto è dato per assodato), mentre a giugno si dovrebbe arrivare al 3,50% per poi restare su questi livelli per un bel po’ di mesi e iniziare una lenta discesa al 3,25% tra un anno, nel mese di marzo del 2024″. 

Il paradosso del tasso fisso

Un salasso prevedibile e che per certi versi le famiglie italiane avevano già messo in cantiere. Meno scontato è quello che sta succedendo con i prestiti a tasso fisso. “La vera sorpresa – continua l’analista – è che in questi mesi il costo dei mutui a tasso fisso si è addirittura ridotto. Un po’ perché l’Eurirs (che è il tasso di riferimento dei fissi) è rimasto sugli stessi livelli di dicembre  – e anzi è inferiore sulle durate lunghe rispetto a quelle brevi con il 10 anni al 2,90% e il 30 anni al 2,37% – e un po’ perché le banche stanno applicando dei leggerissimi ritocchi al ribasso”.  

Morale della favola: se prendiamo come riferimento un trentennale da 140 mila euro per una casa che ne vale 200 mila (loan to value del 70%), il miglior tasso fisso viaggia intorno al 3,10%, mentre il variabile più conveniente è al 2,887%, una differenza così sottile che soprattutto sulle lunghe durate rende quasi scontata la scelta sia per che deve fare un mutuo per acquistare casa che per chi intende surrogare il suo vecchio prestito. 

Le novità del mercato: Intesa San Paolo

“La novità di mercato più interessante – sottolinea ancora Bertolino – arriva da Intesa San Paolo che per gli over 36 ha tagliato i tassi dello 0,15%, mentre per gli under 36 li ha abassati da un minimo dello 0,55% fino al massimo di un punto per chi scegli le durate superiori ai 30 anni. Restando sugli under 36 – sempre per un prestito trentennale da 140 mila euro su una casa che ne vale 200 mila – la miglior offerta è quella di Credem – 3,10 di Tan (spese per interessi) e 3,37% di Taeg (costo complessivo), poi c’è Banca Sella (3,30 di Tan e 3,49% di Taeg) e al terzo posto Intesa San Paolo (Tan 3,40% e Taeg 3,57%). Da evidenziare che per lo stesso mutuo però a 40 anni i costi di Intesa scendono al 3,10% (Tan) e al 3,35% (Taeg). 

Decisamente più rischiosi sono in questo momento i varabili. Visto che anche i migliori prodotti – Bper-Banco di Sardegna mette sul piatto un Tan del 2,88% e un Taeg del 2,98%, Ing un Tan del 3,05% e il Taeg al 3,17% e Banca Sella, Tan del 3,25% e Taeg del 3,44% – devono ancora incorporare i prossimi rialzi. 

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