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GovernoPrimo piano Mer 01 marzo 2023

Siccità, le quattro mosse del governo per tamponare l'emergenza

Intanto Utilitalia fa sapere che i gestori del servizio idrico sono disposti a mettere sul piatto 11 miliardi di investimenti in tre anni Siccità, le quattro mosse del governo per tamponare l'emergenza Acqua potabile
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Le misure dell’esecutivo per intervenire subito

Una cabina di regia per un piano idrico straordinario, un commissario straordinario per la gestione dell’emergenza, un provvedimento con semplificazioni e deroghe sui lavori essenziali a contenere l’impatto siccità e una campagna di sensibilizzazione. Sono le quattro mosse del governo per contrastare la siccità.  Lo ha stabilito il primo tavolo sulla crisi idrica, presieduto dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e composto dai ministri Matteo Salvini, Francesco, Lollobrigida, Raffaele Fitto, Gilberto Pichetto Fratin, Roberto Calderoli, Nello Musumeci, dal viceministro Vannia Gava, oltre che dai i sottosegretari Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli

In particolare, l’esecutivo ha deciso di puntare molto sul coinvolgimento degli enti locali, attraverso la cabina di regia. Obiettivo: individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie. Si tratta di un meta ambiziosa anche per via della forte dispersione idrica legata adoppio filo con i pochi investimenti effettuati negli ultimi decenni sulla rete. Per non parlare del fatto che non esiste un’infrastruttura unica, ma la proprietà è estremamente frammentata fra gestori dell’acqua e enti locali. C’è quindi una gran confusione in cui la Cabina di regia dovrà fare ordine. 

I gestori del servizio idrico mettono sul piatto 11 miliardi in tre anni

Proprio mentre, a Palazzo Chigi, il governo iniziava a delineare la nuova strategia sull’oro blu, le società del comparto idrico hanno avanzato alcune proposte concrete per contrastare l’emergenza. Si tratta di otto ipotesi di lavoro finalizzate a favorire l’adattamento infrastrutturale delle reti idriche al cambiamento climatico.

Secondo Utilitalia, la Federazione delle imprese dei servizi pubblici le cui associate forniscono i servizi idrici all’80% della popolazione italiana, il primo passo è promuovere un uso efficiente dell’acqua. In che modo? Incentivando ulteriormente la riduzione delle perdite e i comportamenti virtuosi. Come riferisce l’associazione, gli investimenti sono in costante aumento (+22% negli ultimi 5 anni) con un valore pro capite di 49 euro l’anno. Tuttavia la cifra è ancora lontana dalla media europea (circa 100 euro). Allo stesso tempo si può anche intervenire sul fronte consumi visto che in Italia il consumo pro capite di acqua potabile si attesta in Italia sui 215 litri per abitante al giorno, rispetto ai 125 litri della media europea. Dal canto loro, i gestori della rete idrica sono pronti a mettere sul piatto 11 miliardi in tre anni. 

Realizzare opere infrastrutturali strategiche

Utilitalia propone di costruire grandi invasi ad uso plurimo, di invasi di piccole e medie dimensioni ad uso irriguo e di interconnessioni delle reti idriche per favorire l’adattamento e per garantire ad ogni territorio una pluralita di fonti. Inoltre, secondo la Federazione bisogna focalizzare l’attenzione sul riutilizzo efficiente delle acque depurate a fini agricoli o industriali. Anche perchè questo segmento ha un potenziale da 9 miliardi di metri cubi all’anno, che in Italia viene sfruttato solo per il 5%.

Per contrastare poi l’avanzata dell’acqua dal mare attraverso l’aumento dei volumi delle falde, Utilitalia suggerisce l’impinguamento della falda.  Inoltre per diversificare la strategia di approvvigionamento, secondo Utilitalia, è opportuno favorire la dissalazione. Basti pensare che in Italia le acque marine o salmastre rappresentano solo lo 0,1 % delle fonti di approvvigionamento idrico, contro il 3% della Grecia e il 7% della Spagna.

Fondamentale e poi il rafforzamento del ruolo di pianificazione dei sette distretti idrografici, il cui ruolo e indispensabile nella governance interregionale della risorsa idrica, soprattutto nella gestione delle fasi particolarmente siccitose. Per Utilitalia poi bisogna  sostenere la presenza di gestori industriali e superare le gestioni in economia. Infine, la Federazione ritiene necessario semplificare le procedure per la realizzazione degli investimenti, visto che la burocrazia occupa oltre il 40% del tempo necessario per la realizzazione di un’opera infrastrutturale. 

“I periodi siccitosi  non possono piu essere considerati eccezionali. Vanno pertanto affrontati attraverso interventi che favoriscano la resilienza delle reti idriche nell’ambito di un approccio globale che consideri tutti i diversi utilizzi dell’acqua nel nostro Paese, garantendo la priorita all’uso civile” ha spiegato il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini.

Intanto Coldiretti conta i danni

Secondo l’associazione di produttori agricoli, l’emergenza idrica ha già avuto un impatto circa 300mila imprese. “Ad essere assediate dalla siccità sono soprattutto le aree del Centro Nord con la situazione piu drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana, dove nasce quasi un terzo dell’agroalimentare Made in Italy e la meta dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo” spiega Coldiretti. Per l’associazione, sono quindi a rischio l’ambiente, l’economia, l’occupazione e la stessa sovranità alimentare in una situazione gia difficile per gli effetti della guerra in Ucraina. 

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