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Primo piano Ven 02 dicembre 2022

Salgono occupazione e salari, ma non le Borse

I listini del Vecchio continente tornano a spaventarsi per un eventuale stretta aggressiva da parte della Fed a causa di un mercato del lavoro Usa più in salute del previsto. Salgono occupazione e salari, ma non le Borse Piazza Affari
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Le Borse europee riportano indietro le lancette dell’orologio

I listini del Vecchio continente tornano a spaventarsi per un eventuale stretta aggressiva da parte della Fed a causa di un mercato del lavoro Usa più in salute del previsto. Su una seduta già non particolarmente vivace, infatti, sono piombati i dati sull’occupazione statunitense: 263mila posti creati a novembre contro stime per 200mila, con anche i salari in crescita. Trend che, almeno questo è il timore degli osservatori, potrebbero indurre Jerome Powell a rimandare il tanto atteso rallentamento nel rialzo dei tassi d’interesse (ipotizzato dallo stesso presidente Fed solo qualche giorno fa).

Sui mercati non mancano le preoccupazioni

Sullo sfondo restano i timori per lo stato di salute dell’economia Ue, le tensioni in Ucraina e l’avvicinarsi dell’entrata in vigore dell’embargo europeo sul greggio russo, che scatterà tra 72 ore. Preoccupazioni che alla fine hanno portato gli indici del Vecchio Continente, in scia a Wall Street, a terminare sottotono l’ultima seduta della settimana, con le vendite concentrate su energia, utility e tecnologiche. Francoforte in lieve rialzo, Londra sulla parità e le altre piazze in negativo, dietro Wall Street che procede in ribasso. In particolare. Milano lascia sul terreno lo 0,26%.

 

 

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