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LavoroPrimo piano Ven 16 dicembre 2022

Intesa Sanpaolo, salta l'accordo sulla settimana di lavoro da 4 giorni

Fumata nera tra Intesa Sanpaolo e i sindacati sulla riduzione dell'orario di lavoro. Ma la banca ha intenzione di andare avanti lo stesso. Intesa Sanpaolo, salta l'accordo sulla settimana di lavoro da 4 giorni Una filiale di Intesa Sanpaolo
Redazione Verità&Affari
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La trattativa Intesa Sanpaolo – sindacati

Fumata nera. L’accordo per una settimana lavorativa di 4 giorni, proposto a ottobre da Intesa Sanpaolo ai sindacati, è saltato. Ma la banca ha intenzione di proporre comunque ai dipendenti delle filiali principali di sperimentare il nuovo orario di lavoro.

I rappresentanti dei lavoratori avevano chiesto l’estensione dell’esperimento anche ai lavoratori degli sportelli, ai quali chiedevano anche di riconoscere la possibilità dello smartworking. E tra le richieste dei sindacati figurava anche un aumento del valore dei buoni pasto.

In un comunicato i rappresentanti di Fabi-First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin hanno fatto sapere che “la banca al momento non è stata disponibile a: estendere lo smart working e il 4×9, nemmeno con le necessarie modulazioni, a tutti i colleghi della rete filiali; individuare strumenti tecnici che permettano una reale disconnessione al termine del proprio orario di lavoro; incrementare per tutti il valore del buono pasto; riconoscere il buono pasto intero per le giornate di smart working; riconoscere gli indennizzi per le spese energetiche e di connessione, oltre ad un contributo per l’allestimento della postazione di lavoro”.

La banca di Carlo Messina però ha deciso di andare avanti lo stesso, anche senza l’intesa con i sindacati, proponendo ai dipendenti delle filiali maggiori di avviare una sperimentazione sui 4 giorni lavorativi.

Come funzionerebbe

La proposta della banca è quella di passare da una giornata lavorativa di 7,5 ore a una di 9 ore. Ma solo per quattro giorni a settimana. Ciò significa che l’orario complessivo di lavoro si ridurrebbe da 37,5 a 36 ore. Il principio è già prassi in molte parti del mondo, e alcune aziende multinazionali presenti in Italia già lo attuano altrove. Riscontrando, a quanto pare, risposte positive da parte dei dipendenti e un aumento della produttività.

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