Ita e la vendita con la molla ai tedeschi di Lufthansa
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AperturaTrasporti Mar 11 luglio 2023

Ita e la vendita con la molla ai tedeschi di Lufthansa

Lufthansa compra il 41% di Ita per 325 milioni. Ma se ci ripensa, a date condizioni, ha il diritto a riavere tutto indietro. Ita e la vendita con la molla ai tedeschi di Lufthansa FABIO LAZZERINI ITA AIRWAYS
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Ita e la vendita con la molla ai tedeschi di Lufthansa

Lufthansa compra il 41% di Ita per 325 milioni. Anzi no. Perché se ci ripensa, a date condizioni, ha il diritto a riavere tutto indietro. E’ questa l’opzione a favore dei tedeschi fissata nell’accordo di cessione della compagnia aerea italiana all’azienda tedesca. Una vendita con la molla che ricorda da lontano quella che Fincantieri tentò, invano, con i francesi dei Chantier de l’Atlantique, rimasti poi nelle mani di Parigi in quanto ritenuti strategici per il Paese transalpino.

In una nota riservata dei legali del Ministero dell’economia sul contratto Ita-Lufthansa, che Verità&Affari ha potuto visionare, si evidenzia che i tedeschi hanno tutto il diritto di tirarsi indietro in due casi. Il primo se viene riscontrata una continuità aziendale fra l’ex Alitalia e Ita. Il secondo è nella circostanza in cui le cause degli ex dipendenti Alitalia impongano ad Ita di assorbire gli ex lavoratori della compagnai di bandiera italiana. Due circostanze che si sono già manifestate nella sentenza del tribunale di Roma che ha dato ragione a 77 ex dipendenti Alitalia che dovranno ora, salvo appello, essere assunti dalla compagnai guidata da Fabio Lazzerini.

“E’ previsto che laddove tali eventi i verifichino, successivamente alla data di esecuzione, Lufthansa avrà diritto di recedere da Ita e di ricevere, a totale rimborso, l’ammontare dell’intero investimento effettuato in Ita sino a tale data” si legge nella nota dello studio legale Gianni&Origoni, datata 14 giugno. Nessuna indicazione è però fornita sulle modalità e le conseguenze di questo eventuale recesso.

I dettagli dell’operazione

Lufthansa entrerà nel capitale di Ita con un aumento di capitale riservato da 350 milioni. Ma l’operazione avverrà “previsa sottoscrizione da parte del MEF di un ulteriore aumento di capitale nella società pari a 250 milioni”. Segno che Ita ha immediatamente bisogno di liquidità per andare avanti. E non potrebbe essere altrimenti visto che la pardita 2022 è stata di circa 498 milioni. 

La dismissione completa della partecipazione da parte del Tesoro avverrà al più tardi entro il 2033 attraverso un’opzione di acquisto riconosciuta a Lufthansa e una di vendita nelle mani del MEF. Intanto il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti manterrà una partecipazione in Ita cui “sarà garantita una governance idonea a una gestione della società improntata ad assicurare il conseguimento degli obiettivi del piano industriale” si legge nel documento. E cioè con “il preminente coinvolgimento di Lufthansa nella gestione di Ita e un potere di controllo sulla gestione da parte del Mef.

La sensazione è che i tedeschi non siano convinti del buon fine dell’operazione

Temono che la magistratura italiana possa effettivamente riconoscere la continuità aziendale fra l’ex Alitalia e Ita. Con tutte le conseguenze del caso per le oltre 1300 cause ancora in corso. “Da questa nota legale si evince che Lufthansa compra delle opzioni di acquisto e non delle quote di Ita”spiega Antonio Amoroso, segretario nazionale della Cub trasporti.

“Emerge la subalternità non solo di un’azienda pubblica, al 100% del Mef, ma addirittura del Mef  e del goerno Italiano. Lufthansa si ritira in qualsiasi momento addirittura se i lavoratori dovessero avere giustizia” riprende. “Il vettore tedeco può fare marcia indietro nel caso in cui ci siano dei ripensamenti da parte della comunità europea sulla questione della continuità senza peraltro alcuna data. E’ imbarazzante che il Mef possa stilare un accordo del genere in cui in qualche misura si subalterna l’esercizio del diritto nei tribunali alla soluzione di un problema che riguarda la collettività. E cioè il possesso di una compagnia aerea che può servire la mobilità dei cittadini e lo sviluppo dei flussi turistici. Infine è paradossale che questa nota sia stata depositata da Ita in tribunale proprio per condizionare i magistrati a respingere le richieste di assunzioni” conclude. 

Non solo. Sullo sfondo resta anche la questione degli slot

Se da un lato il legame fra l’ex compagnia di bandiera e Ita rischiano di appesantire il bilancio in termini di costo del lavoro, dall’altro assicurano la correttezza nel passaggio di mano degli slot che appartenevano ad Alitalia. Di qui le tensioni che emergono dal documento. E l’impressione che la partita, in attesa del via libera di Bruxelles, sia tutt’altro che chiusa. Tanto più che il destino di Ita e dell’operazione Lufthansa si intreccia con le ambizioni della commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, che punta ai vertici della Banca Mondiale. Un posto di altissimo livello per il quale sono necessari solidi sponsor come il presidente francese Emmanuel Macron, che vede male l’operazione Ita-Lufthansa perchè ritiene possa danneggiare la compagnia franco olandese AirFrance-klm.

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